Pubblicato il 21/11/2017, 18:01 | Scritto da La Redazione

Antonio Azzalini riparte da Telenorba

La Rai lo cacciò per il countdown di Capodanno, Azzalini riparte da Telenorba: “Io capro espiatorio”

Rassegna stampa: La Repubblica, di Antonella Gaeta.

Un politico importante l’ha molto rinfrancato un giorno quando gli ha chiesto: “Che fine hai fatto? Adesso dove lavori?”. Antonio Azzalini, capo Intrattenimento di Rai1 licenziato per aver anticipato di 45 secondi il Capodanno, era adesso il nuovo direttore delle reti di Telenorba. E il politico di rimando: “Ah, ma Telenorba è importante come la Rai, perché la Puglia è uno stato a sé, e Telenorba è la tv pubblica dello stato della Puglia”.

Cominciamo dalla Puglia, allora.
“La prima volta l’ho girata per quindici giorni e seimila chilometri. Posso dire che è la regione che conosco meglio ed è fantastica perché si vive bene, la gente è elegante, educata, creativa, ha buon gusto, i paesi sono tenuti bene, con civiltà. Vivo a Roma e sono convinto che se fosse abitata dai pugliesi non ci sarebbe la schifezza che c’è”.
Prima da turista, poi è sbarcato da direttore delle reti di Telenorba.
“Che ha quarant’anni di storia che non ho costruito io, ma la famiglia di Luca Montrone ed Enzo Magistà. Gli ascolti parlano chiari, è il primo gruppo privato in Italia per ascolti, detiene la leadership da sempre sull’informazione e da qui sono passati Toti e Tata, Checco Zalone. La prima volta che l’ho visto a Convenscion su Rai2 proveniva proprio da Telenorba”.
Come sa l’ha convinta ad accettare il nuovo lavoro.
“Il fatto che fosse un’azienda seria, gestita con amore da un gruppo che non pensa solo al fatturato, per un manager è importantissimo. Questi due anni insieme mi pare siano stati buoni: sono dati proprio di questi giorni, il pomeriggio di Telenorba batte quello di Rete4, Italia1, La7 e Rai2 nei territori dove il segnale viene trasmesso. Consideri, poi, che La vita in diretta di Rai1 si è ispirata alle rubriche del nostro Buon pomeriggio “.
Cosa che le avrà fatto particolarmente piacere. 
“Certo, la vivo con una certa ironia. Trecento pagine di twitter, seicento di articoli, sono stato protagonista di un linciaggio mediatico mica male. È stata un’operazione per nascondere le manchevolezze altrui, prima di tutto di Antonio Campo Dall’Orto, serviva un capro espiatorio per nascondere la sua totale inettitudine e occorreva, anche, dare un segnale di potere”.
Ora vive una specie di rinascita, si direbbe.
“È divertente, interessante, costruisco cose nuove, ci sono i risultati, il gruppo di lavoro funziona. La struttura ha all’interno professionisti che potrebbero stare al fianco, con onore, di quelli di Rai, di Mediaset. Il personale tecnico è fantastico e lo dico con i miei standard altissimi “.
Qual è stata la sua linea editoriale?
“Telenorba è un caso unico in Italia di tv generalista territoriale. Telelombardia, altra realtà grande, per esempio, è specializzata nel calcio. Il profilo del pubblico di Telenorba è lo stesso della Rai, e per me che ho lavorato in tutte le generaliste, anche all’estero, constatarlo è stato un piacere. Quel che ho fatto è stato alimentare questo pubblico riposizionando i tg all’ora giusta, facendo in diretta tutti quelli del mattino con news aggiornate. Abbiamo lanciato un nuovo contenitore pomeridiano, rinnovato la veste del Graffio, confermato Mudù, dato la prima serata a Bordocampo con due conduttori da non schiacciare al muro, illuminati male e vestiti peggio: entriamo in casa della gente e dobbiamo presentarci bene per rispetto “.
Prossimamente in agenda?
“Mi piacerebbe riannodare il filo con gli artisti della scuola comica e fare uno Zelig pugliese. Ho prodotto ConvenscionChiambretti c’èL’ottavo nanoMade in Sud. E penso che Telenorba meriti un programma in prima serata di comicità, anche quello è fare servizio pubblico: certe volte vale più una battuta ben assestata di un comico di discorso in diretta tv. So come si fa, sono stato il vicedirettore di Carlo Freccero. Ma quello che voglio dire, per concludere, è che sto a Telenorba come stavo in Rai. Con lo stesso orgoglio”.
(Nella foto Antonio Azzalini)