Pubblicato il 20/11/2017, 18:30 | Scritto da Gabriele Gambini
Argomenti: , , ,

Il Maigret di Mr. Bean che avrebbe sorpreso Simenon, a dicembre su Laeffe

Il Maigret di Mr. Bean che avrebbe sorpreso Simenon, a dicembre su Laeffe
Meno corpulento e umorale di quelli rappresentati da Gino Cervi e Bruno Cremer, più taciturno e etereo: a dicembre laF propone una nuova mini-serie BBC sulle inchieste del commissario francese più popolare della letteratura ed è un'occasione per ritornare al bel giallo classico di una volta, senza svalutarne la contemporaneità.

Il 15 e il 22 dicembre su Laeffe (Sky canale 139), due film della mini-serie BBC sulle inchieste del commissario Maigret, con un Rowan Atkinson del tutto inedito

Assieme allo Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan Doyle e all’Hercule Poirot inventato da Agatha Christie, il commissario Jules Maigret di Georges Simenon è l’investigatore più popolare della letteratura gialla, il genere polar, per dirlo alla francese, e il più rappresentato nelle serie televisive di tutti i tempi. 700 milioni di libri venduti nel mondo, 25 attori che si sono avvicendati per interpretarlo sullo schermo, muniti dell’icastica pipa. Dal leggendario Gino Cervi della tv in bianco e nero a Bruno Cremer, forse il Maigret più vicino al progetto di Simenon.

E poi Jean Gabin, Sergio Castellitto. E però la mini-serie BBC sul commissario Maigret in onda su Laeffe in esclusiva venerdì 15 e venerdì 22 dicembre vede Rowan Atkinson nei panni del detective che si muove nella Parigi anni ’50, e l’aspetto inedito è proprio vedere un Atkinson che non fa Mr.Bean (l’imbranato inglese che gli ha dato fama d’attore comico anche in Italia), fa Maigret, meno corpulento e umorale dei Maigret di Cremer e di Cervi, e taciturno, smilzo, quasi etereo, un Maigret che farà discutere moltissimo i puristi. Ma pur sempre il Maigret distinto ed europeo, borghese, risoluto, legato a filo doppio alla figura della moglie.

Proprio la moglie, sempre nell’ombra ma prodiga di attenzioni verso il marito, interpretata dalla florida Lucy Cohu, è molto più bella rispetto alla descrizione data da Simenon nei romanzi, e ne diventa un contraltare rivisitato. I primi due film della mini-serie, La trappola di Maigret e Il morto di Maigret, coincidono con due casi raccontati dalla penna dello scrittore belga (in Italia editi da Adelphi), e colpiscono per efficacia: che si tratti di risolvere una serie di omicidi compiuti da un serial killer o di proteggere un uomo minacciato di morte (poi ritrovato effettivamente morto), il racconto non si focalizza solo sul metodo di individuazione del colpevole, ma sulla commedia umana sullo sfondo. Cruda, perfida, persino.

La caratterizzazione dei personaggi si sovrappone alle motivazioni psicologiche che li spingono ad agire e diventa molla dell’intreccio, anticipando i tempi in cui si racconta la società per come è realmente, dove i buoni non sono mai del tutto buoni e i cattivi mai del tutto cattivi. Mantenendo quell’impronta classica, avvolgente, con colori europei e una scelta d’atmosfere tipica delle produzioni BBC. Benché idealmente ambientata a Parigi, come luogo delle riprese non è stata scelta la capitale transalpina, ma Budapest. Questo perché nella Parigi di oggi, troppo moderna, troppo distante, «Sarebbe stato impossibile ricreare al meglio la Parigi anni ’50», dicono dalla produzione.

La scelta è azzeccata. Del resto, la narcisistica ritrosia a mostrarsi seducente, salvo poi rivelarsi più seducente di quanto sarebbe se non lo fosse ma lo ostentasse come se lo fosse, la malinconia e la forza d’appartenenza collettiva a uno spirito comune con radici lontane nel tempo, oggi la si ritrova soprattutto nelle città dell’Europa dell’est, e soprattutto in autunno. Scenari ideali per descrivere le imprese di un investigatore intelligente, eppure normale nei modi e nell’aspetto, un uomo ordinario che compie imprese straordinarie scartabellando nei bassifondi così come nei palazzi alto borghesi. E che alla sera torna a casa dalla moglie, provetta cuoca e casalinga, come un elegante travèt.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Rowan Atkinson)