Pubblicato il 15/11/2017, 17:35 | Scritto da Gabriele Gambini

Video – Gerry Scotti: A The Wall vince l’imprevedibilità

Gerry Scotti: “Mi piacerebbe condurre un remake de La ruota della fortuna, per tributare omaggio al grande Mike Bongiorno”

The Wall. Un titolo alla Pink Floyd per un format ad alta tensione prodotto da Endemol Shine Italy in onda su Canale 5 da lunedì 20 novembre alle 18.45 per 50 puntate. «Una prima tornata servirà a saggiare la risposta del pubblico» dice Gerry Scotti con quella sua timbrica familiare. La stessa di quando, sbarbino, reclamizzava il CioccoBlocco Nestlè. Eppure di acqua sotto i ponti ne è passata. Oggi Virginio Scotti da Miradolo Terme è il re dei game show nella fascia preserale. Ha condotto 4100 puntate di quei programmi. Un caterpillar. Con Caduta Libera ha toccato il 20% di share.

Numeri strepitosi per il target commerciale. «La permanenza in una certa fascia oraria crea l’affezione, il pubblico mi vive e mi riconosce come uno di casa. Instauro complicità, cerco di non essere mai né volgare né arrogante, di accogliere gli spettatori col sorriso e, se possibile, di offrire ciclicamente delle novità». E The Wall è una novità forte. «Imprevedibile, spasmodico. All’inizio, guardando il format originale di Springhill Entertainment e Glassman Media, pensavo fosse un’americanata. Poi ho visto l’edizione argentina, già ricca di italianità. Poi quella francese. E mi sono convinto».

In ogni puntata gioca una coppia legata da un vincolo familiare. «Persone normalissime che incontri al bar». Di fronte a loro, un enorme muro. Da sette posizioni diverse, collocate sulla cima, vengono lanciate le palle luminose che possono prendere direzioni imprevedibili. Ogni palla cade in una delle 15 caselle alla base del muro, contrassegnate da un valore in denaro, fino a 100.000 euro. In caso di risposta corretta alla domanda, la palla diventa verde e la coppia guadagna la cifra corrispondente alla casella. In caso contrario, la palla diventa rossa e la coppia perde tanto denaro quanto è il valore indicato.

Ma i concorrenti rispondono alle domande in coppia solo nella prima fase. Poi, nel secondo e terzo round, uno dei due viene isolato. Gerry gli sottopone un contratto contenente un’offerta in denaro, che può essere superiore o inferiore a quella accumulata durante il gioco dal partner. «Se il partecipante firma, la coppia si aggiudica la cifra proposta sul contratto, altrimenti quella accumulata in studio, che potrebbe essere pari a zero».

Il montepremi sfiora l’1,5 milioni di euro. «Ricordo tanti concorrenti vincenti, nella storia dei quiz che ho condotto. Come Sallustio, campione a Passaparola, gioco che ha segnato un’epoca. Era gente preparatissima su argomenti tra i più disparati, sarebbero piaciuti al grande Mike. A The Wall sarà impossibile affezionarsi così tanto ai partecipanti, perché si avvicenderanno velocemente». A proposito di affetto, Scotti si definisce per metà conservatore, per metà innovatore: «Le novità mi servono per focalizzarmi su stimoli nuovi. Ma, potendo sognare, sarebbe bello rifare La ruota della fortuna. Sia per tributare omaggio a Mike, sia per rievocare la spensieratezza dei miei trent’anni. Negli USA, è un programma ancora di grande successo». Ma rifarebbe al volo anche Il Milionario: «I diritti però appartengono a Sony».

Il sedimento dell’immaginario dei game show è fatto di tante piccole variabili costruite a piccoli passi. «Mi stupisce sempre il successo incredibile de L’eredità, un programma magnetico». Ora la Rai ha acquisito anche La Corrida, la condurrà Carlo Conti:  «Ne ho un ricordo splendido, l’ho condotto per sei, sette anni. Ma oggi, con Maria De Filippi, abbiamo deciso di mutare il linguaggio per quel genere di trasmissione e sono molto felice della resa di Tu sì que valès».
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Gabriele Gambini

 

(Nella foto Gerry Scotti)