Pubblicato il 09/11/2017, 19:32 | Scritto da Gabriele Gambini

Video – Alessandro Borghese: Cuochi d’Italia è il gran campionato dei fornelli

Video – Alessandro Borghese: Cuochi d’Italia è il gran campionato dei fornelli
Cuochi professionisti, uno per regione d'Italia, si sfidano sulle ricette tipiche dei propri territori, giudicati da Cristiano Tomei e Gennaro Esposito, con Alessandro Borghese alla conduzione. Dal 13 novembre alle 18.30 su TV8.

Alessandro Borghese: “Attraverso la sfida tra regioni, raccontiamo persone, passioni e territori, con tanto divertimento”

Pensi a Cuochi d’Italia (prodotto da Dry Media, dal 13 novembre dal lunedì al venerdì alle 18.30 su TV8) e ti chiedi: ma come, l’ennesimo talent gastronomico, Franza o Spagna purché se magna? Poi ci rifletti un attimo e, sebbene i fornelli in tv rappresentino una novità tanto quanto lo sarebbe il sapere di Carlo Conti in un solarium, un potenziale narrativo c’è. Nonostante la collocazione in una fascia oraria piuttosto complicata.

Scopriamolo in diversi punti:

1- C’è Chef Alessandro Borghese nel ruolo di arbitro e conduttore: rock’n’roll, piacione, e però rassicurante, col successo del suo 4 Ristoranti e di Alessandro Borghese Kitchen Sound, si sta confermando volto apprezzato della cucina in tv, identitario a sufficienza per TV8.

2- Cuochi d’Italia non è solo un talent, si propone come una sorta di summa teologica dei talent gastronomici. Un programma che, buttandola in politica, farebbe contenti sia i federalisti, sia i centralisti. Buttandola sullo sportivo, potrebbe riscuotere il plauso dei calciofili per la sua struttura che ricorda un girone di Champions League. Buttandola sulla schiettezza, potrebbe piacere a chi preferisce un bel piatto tipico come una cassoeula o una pizza fritta, rispetto alla fighetteria gourmet. Questo perché, davanti ai giudici Cristiano Tomei e Gennaro Esposito, si sfidano 20 cuochi professionisti, ciascuno rappresentante di una regione italiana. Lo scopo è assegnare il titolo di miglior cuoco regionale d’Italia e il premio di diecimila euro.

3- I match all’inizio si svolgono uno contro uno: nella prima manche, il rappresentante – mettiamo – della Lombardia, sfida quello della Campania, in due round, andata e ritorno. Chi gioca in casa sceglie il piatto tipico del proprio territorio. Vince chi lo cucina meglio, ottenendo il punteggio più alto. Poi la sfida si amplia. I vincitori dei primi turni si sfidano in altre due manches, proponendo un ingrediente tipico della propria regione, da assemblare con altri ingredienti stabiliti dai giudici Tomei e Esposito. Grazie a prove dalla difficoltà progressiva, i 4 migliori cuochi approdano alle semifinali. Fino alla finalissima, la parte più insidiosa.

4- Il montaggio serrato e la complicità di Borghese con gli sfidanti puntano a valorizzare l’impianto di entertainment didattico tipico di ogni talent culinario. Raccontando l’Italia dei campanili: «Il grande pubblico imparerà a conoscere le tradizioni di regioni meno note, come il Molise o la Val D’Aosta, in un’atmosfera divertente. La sfida è un pretesto per raccontare territori e persone», dice Borghese. Che ai nostri microfoni spiega le caratteristiche di Cuochi d’Italia.
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Gabriele Gambini

 

(Nella foto Alessandro Borghese)