Pubblicato il 07/11/2017, 11:32 | Scritto da La Redazione

Amazon Video: Possibile una serie sul Signore degli Anelli

Amazon Video: Possibile una serie sul Signore degli Anelli
Trattativa in corso per portare la saga di Tolkien sul piccolo schermo. L'attore, ospite della Festa di Roma, ricorda l'avventura neozelandese con Peter Jackson: "È stato il mio primo vero film". Così Arianna Finos su "Repubblica".

Il Signore degli anelli diventa serie tv per Amazon. Orlando Bloom: “Dentro di me ero Legolas”

Rassegna stampa: La Repubblica, di Arianna Finos.

L’incantesimo del Signore degli anelli si estende sul piccolo schermo. La saga fantasy epica di R. R. Tolkien con i suoi anelli, Gollum, mostri ed elfi, battaglie cruente, dopo essere entrata nella storia del cinema attraverso la trilogia (e il prequel) di Peter Jackson, ora si appresta a diventare una serie televisiva per Amazon. A condurre la trattativa con la Warner sarebbe direttamente Jeff Bezos, notoriamente appassionato di fantascienza e fantasy.

Il progetto sarebbe ancora in fase di definizione, si tratterebbe di un operazione su larga, scala, alla Trono di spade, per intenderci. E ovviamente il cast sarebbe probabilmente diverso, rispetto ai volti e al talento degli attori che hanno incarnato maghi, elfi e cavalieri nell’avventura cinematografica, da Sir Ian McKellen a Viggo Mortensen, da Cate Blanchett a Elijah Wood a Orlando Bloom, che è appena stato ospitato al Festival di Roma con il nuovo film, Romans (un dramma coraggioso, la storia vera di un ragazzo che nell’infanzia ha subito molestie da un prete) e ha raccontato come l’avventura neozelandese l’abbia segnato per sempre, e non solo in senso fisico, dato che molti attori della Compagnia dell’anello si sono fatti un piccolo tatutaggio-ricordo.

Bloom, Elfo per Sempre. Le riprese nelle straordinarie location hanno racconti dal sapore epico, almeno nei ricordi dei protagonisti. Tra loro Orlando Bloom, che è appena stato alla Festa di Roma (nella sezione Alice nellà città, che con l’attore ha archiviato un’edizione di successo e si rimette al lavoro in vista del prossimo biennio), che al Signore degli Anelli e all’elfo dai capelli biondi deve molto della sua fama. “Abbiamo fatto una settimana di preparativi e di riprese presso lo studio in Nuova Zelanda dove mi trovavo, come dimensioni era simile a questo dove ci troviamo oggi e avevano creato per me come un percorso a ostacoli come quello che fanno i soldati durante il servizio militare, proprio perché io potessi prepararmi a quelle scene d’azione”.

Lo sguardo di Legolas. «La cosa sorprendente è che il regista Peter Jackson è un ragazzo cui piace ancora giocare – prosegue l’attore – tutti i personaggi ovviamente nascevano dalla visione di Tolkien però il regista ci ha messo un suo aspetto molto personale e tutti i personaggi che poi vedete nel film sono il frutto della sua immaginazione. Anche quello sguardo che io lancio alla fine della scena. Il personaggio di Legolas io l’avevo assorbito, studiato, fatto mio attraverso la lettura del libro ma lui mi ha detto alla fine ‘Dai, mettici qualcosa, mettici quello sguardo’. Quello sguardo è stato il primo momento umano del personaggio. Io non è che mi sentissi tanto a mio agio, poi invece al pubblico è molto piaciuto».

L’arco e il fax. «All’epoca avevo pochissima esperienza – ricorda Bloom – a parte Wilde, questo era il mio primo vero film, la mia prima vera esperienza professionale. Peter sosteneva moltissimo tutti noi, sosteneva le nostre opinioni, i nostri punti di vista, quello che volevamo dire. Pensate, per dirvi, a quanto tempo fa risale, io gli mandavo dei fax la sera per dirgli ‘E’ molto importante che Legolas arrivi lì al consiglio con questa cosa in mano’, lui mi rispondeva ‘tranquillo, domani ne parliamo sul set”. Ovviamente io ero un giovane attore e avevo le mie idee molto chiare sul personaggio perché volevo essere quanto più fedele al libro e anche il regista è stato assolutamente fedele con una visione anche più grande delle cose. Ed è stato estremamente utile, perché arrivavamo sul set e lui diceva ‘Legolas deve tirare con l’arco’, ma non lo diceva soltanto a parole. Si metteva lì e ci faceva vedere con tutto il suo fascino, la sua forza, il suo entusiasmo”.

Orlando, nessuno, centomila.«Tutti noi arrivati sul set  del film senza sapere bene cosa sarebbe stato, né quella sarebbe stata la reazione del pubblico – aggiunge – eravamo animati solo da una grandissima passione. La passione di portare sullo schermo questo mondo. Quanto all’improvvisazione, non è che ce ne sia stata molta possibilità. Chiaramente con queste grandi produzioni i tempi sono molto stretti, tutto è molto ben programmato e non si poteva fare. Generalmente con i film indipendenti c’è più spazio per gli attori per improvvisare e per giocare un po». Nessuno poteva prevedere un successo così grande, che Bloom ha definito. «Surreale. Quando è uscito su scala mondiale il primo del Signore degli Anelli io ero in India con alcuni amici, stavo in spiaggia, e ho fatto finta che non stesse succedendo niente. E’ stata una delle ultime volte, forse l’ultima, in cui ho potuto sperimentare l’anonimato». Di quell’anonimato l’attore sente la mancanza?  «A volte. Ma no, non cambierei quello che sono, quello che è stato. Sono estremamente grato alla vita per tutte le opportunità e le occasioni che mi ha offerto».

 

(Nella foto Orlando Bloom)