Pubblicato il 23/10/2017, 15:32 | Scritto da La Redazione

Lorella Cuccarini: Non piacevo a Berlusconi perché avevo poche tette

Lorella Cuccarini: “Sensualità è una danza senza fine”

Rassegna stampa: Il Messaggero, di Marco Molendini.

«Questa è la mia unica droga» sorride Lorella Cuccarini mentre, timidamente, addenta un pezzo di cioccolata. Cinquantadue anni che le scivolano addosso, l’aria da eterna ragazza di ferro, racconta con orgoglio: «Nella mia vita a contare è stata la disciplina, da quando ho cominciato a studiare danza in una palestra di via Prenestina».

Sono passati quasi quarant’anni, Lorella. Prova qualche rammarico, magari pensando al suo rapporto, oggi intermittente, con la televisione?
«La tv è stata il mio grande amore, ma il mio futuro lo vedo assolutamente a teatro, magari facendo anche prosa».

L’ultima delusione è stata Nemica amatissima con Heather Parisi: buona la prima, meno la seconda puntata, le difficoltà con la sua bizzosa collega.
«È inutile tornarci su, sono d’accordo che sia stato un programma riuscito a metà. Ma, se mi chiamano, sono pronta. Come ho fatto adesso con la maratona benefica Trenta ore per la vita, con finestre di collegamento che si aprivano in tutti i programmi. E, quando arrivavo io, gli ascolti salivano. Ma non mi va di proporre idee o format nuovi. In passato l’ho fatto. Adesso basta. Tanto so quanto oggi sia difficile fare spettacolo».

Tv ingrata perché è donna?
«Il problema non è solo quello, la donna non è mai stata protagonista in un mondo sostanzialmente maschile. Il guaio è che mancano gli spazi per fare spettacoli di varietà come una volta. All’epoca di Baudo e di Fantastico solo un balletto poteva costare centinaia di milioni. Poi c’erano l’orchestra e il coro. Oggi si deve risparmiare».

Aveva vent’anni quando Pippo la chiamò, scovandola nel balletto di fila di una convention, e la fece debuttare al sabato nel programma di punta di Rai 1. Diventò la più amata dagli italiani. Una sbornia di successo.
«Devo ringraziare Pippo, il mio pigmalione. Mi ha scoperta e mi ha protetta, a quell’età una popolarità così forte non la sai gestire. Ma, per arrivarci, ho dovuto sudare, il successo non è venuto dal nulla. A 18 anni facevo la ballerina di fila e finii nel programma di Beppe Grillo Te lo do io il Brasile. Solo che non l’ho mai visto, perché registravamo in giorni diversi. Ma a tre anni già ballavo nella mia cameretta con i bambolotti».

Una predestinata.
«Però all’Accademia di danza non mi hanno presa. Così sono andata alla scuola di Flavio Turchi, cercando di pagarmela da sola. Non volevo pesare sul bilancio di mia madre che faceva la sarta. Studiavo in autobus, mentre andavo dal Prenestino a viale Marconi. Facevo le pulizie della palestra, poi sono diventata segretaria, alla fine insegnavo tip tap ai bambini. E continuavo a studiare. Da casa c’era un’ora e mezza di viaggio, sempre da sola. A volte non era piacevole e, qualche volta, c’era anche chi ci provava».

Sua madre come vedeva la sua passione per la danza?
«Mi ha sempre appoggiato, ma non mi spingeva come come Anna Magnani con la figlia in Bellissima di Visconti. Ha fatto anche sacrifici per me. Mio padre, invece, da maschilista considerava il mondo delle ballerine un ambiente opaco. Mi arrabbiavo con lui. Ma i miei si sono separati quando ero ancora una bambina e mio padre l’ho visto poco».

Lei, invece, ha costruito una famiglia numerosa e solidissima: quattro figli, un matrimonio con il produttore Silvio Testi, che dura da 26 anni. Non deve essere facile gestire una situazione così impegnativa facendo la donna dello spettacolo.
«Non ho mai penalizzato il lavoro per la famiglia e viceversa. Certo non è facile, specie quando vado in tournée. Quest’anno, con il musical La regina di ghiaccio, farò addirittura 170 repliche, molte fuori Roma. Ma i ragazzi e mio marito non mi rinfacciano nulla».

L’aria fresca, acqua e sapone, i capelli biondi, un fisico esuberante: le gambe delle italiane in tv non erano mai state lunghe come le sue.
«Ma non sono mai stata sexy. Non ho mai avuto la fisicità della donna all’italiana, tipo Sofia Loren. Semmai la sensualità sono riuscita a esprimerla ballando».

A Drive in impazzava il tormentone «chi ha cuccato la Cuccarini», Tinto Brass proclamava l’ammirazione per il suo lato b, ma a quei tempi andava un genere di maggiorate alla Sabrina Salerno e Carmen Russo.
«E infatti, scherzando, Berlusconi disse di me: “Ha poche tette, non è il mio tipo”. Non potevo dargli torto, ma sono rimasta a Mediaset per 14 anni. Ho cominciato in Rai, però è lì che sono cresciuta. Quando Pippo se ne andò, ebbi la tentazione di seguirlo. Ma avevo un contratto biennale e non potevo permettermi di pagare la penale. Per fortuna, poi arrivò Antonio Ricci con Odiens e Paperissima. Allora non avevamo ancora l’autorizzazione a trasmettere in diretta. Registravamo tutto e poi le cassette venivano distribuite nelle singole città. Fu con la mia Buona domenica, nel ‘91, che un programma di varietà di Canale 5 andò per la prima volta in diretta».

Lei è stata un fenomeno mediatico: come ha fatto a non riempire mai i giornali di gossip? Non un flirt, mai una foto, mai un atteggiamento che non fosse quantomeno irreprensibile.
«Sulle copertine dei rotocalchi sono finita solo per qualche scatto in costume o per il pancione quando ero incinta. Non sono stata mai paparazzata, perché non c’era nulla da paparazzare. E sono stata anche brava. Sono convinta che, se vieni sorpreso dalle riviste rosa, è perché vuoi che sia così. C’è l’abitudine, nel mondo dello spettacolo, di dare tutto in pasto al pubblico sui giornali e sui social. Ma io non ho mai corso il rischio di vedere pubblicati miei selfie rubati, perché non ho la passione di farmi foto in bagno».

Lorella, ragazza di periferia dai sani principi. Sembra quasi un manifesto. Per questo la Dc le chiese di candidarsi?
«Era l’effetto della mia popolarità, esplosa appena uscita dal portone del Teatro delle Vittorie dopo il primo Fantastico. Risposi di no, non mi ci vedevo soubrette e parlamentare».

Ha detto molti altri no? Uno addirittura a quegli impertinenti di Playboy, che le offrirono 80 milioni per un servizio osè. Non poteva certo dire di sì.
«Devi essere capace di capire quando è il caso di rifiutare. A volte, però, non ho avuto nemmeno l’occasione di dire no. Per esempio al cinema, non mi sono mai arrivate proposte e non smetto di sperare. Anche se ho fatto una comparsata in Star Trek e me stessa in un cinepanettone».

C’è più tornata nel suo quartiere, al Prenestino?
«Ci vado spessissimo, perché mia figlia ci fa gli allenamenti di calcio. Mi fa piacere rivedere quei posti, che non sono cambiati moltissimo da quando ci vivevo io, in via Conte di Carmagnola. Anche se a quei tempi, dopo largo Preneste c’era la campagna e oggi è piena città».

 

(Nella foto Lorella Cuccarini)