Pubblicato il 19/10/2017, 11:33 | Scritto da La Redazione

Aldo Grasso: Sotto copertura 2 è una fiction attenta alle regole

Aldo Grasso: Sotto copertura 2 è una fiction attenta alle regole
La cattura del boss Michele Zagaria tiene conto delle storie principali, di quelle secondarie, dell’azione e del sentimento ma con un piglio più realista

Sotto copertura 2, Preziosi in una fiction attenta alle regole

Rassegna stampa: Corriere della Sera, di Aldo Grasso.

Dalle campagne spoletine di Don Matteo ai bunker di Casal di Principe, dalle indagini in stile piccolo mondo antico alla cattura di un pericoloso latitante: il salto che la Lux Vide ha compiuto non è indifferente. E la savianizzazione della tv italiana ha compiuto un passo ulteriore. Con moderazione, con garbo, con un alto senso dell’educazione civica, «Sotto copertura 2» racconta la cattura di Michele Zagaria (Alessandro Preziosi), il capo della camorra casertana, introvabile da vent’anni, che dalla triste latitanza continua però a dirigere il suo impero criminale (Rai1, lunedì, ore 21,20). Sulle sue tracce è stato chiamato Michele Romano (Claudio Gioè), capo della squadra mobile di Napoli, reduce dal grande successo dell’arresto di Antonio Iovine, boss della camorra latitante da quindici anni (vedi «Sotto copertura 1»).

Michele Romano è in realtà l’ex capo della Mobile di Napoli Vittorio Pisani, colui che ha veramente catturato Iovine, ma che ha dovuto patire un processo per presunta collusione con la camorra (assoluzione piena e condanna per calunnia del pentito accusatore). La miniserie in quattro puntate è scritta da Salvatore Basile, Francesco Arlanch, Luisa Cotta Ramosino, Umberto Gnoli ed è diretta da Giulio Manfredonia. È un buon esempio di attenzione alle regole del genere, con maggior piglio realista: storie principali (l’indagine, la cattura) e storie secondarie (le varie storie d’amore che s’intrecciano fuori del labirinto dei vicoli di Casal di Principe); azione e sentimento; regolamenti di conti e l’immancabile «risvolto umano» dei protagonisti. Alessandro Preziosi ha spesso la stessa espressione, sia quando interpreta il Male (il boss Iovine che con i suoi uomini e le sue società era riuscito a diventare il re degli appalti, con risvolti a Parma e Milano), sia quando interpreta il Bene (Don Diana in «Per amore del mio popolo»).

(Nella foto Alessandro Preziosi)