Pubblicato il 18/10/2017, 18:34 | Scritto da Gabriele Gambini

George Michael: Freedom su Sky Arte, storia di una solitudine molto affollata

Dice George Michael in Freedom: “Artisti come me, come Prince e come Madonna, difficilmente torneranno in ere future”

I latini dicevano: post hoc, propter hoc. Letteralmente: dopo di questo, quindi a causa di questo. Il “questo” in questione, se la locuzione fosse applicata alla vita di George Michael, sarebbe “il successo”. Cercato, ottenuto, dice lui «Per essere riconosciuto per strada». Fino a pagare lo scotto della rinuncia a una vita calma, mentre le crepe della fragilità psicologica si ampliavano a dismisura in un conflitto tra pubblico e privato che lo avrebbe condotto alla morte, il giorno di Natale del 2016, a 53 anni, per arresto cardiaco. Freedom, in onda su Sky Arte sabato 21 ottobre in prima serata, è il racconto di tutto ciò, la storia di una solitudine molto, molto affollata.

Nasce documentario, si affranca dalla liturgia del racconto in terza persona, si fa autobiografia: è la stessa popstar londinese ad averci lavorato con cura assieme al regista David Austin, Sony Music, Bbc Worldwide e Channel 4, fino a pochi giorni prima del decesso. George Michael si disseziona a modo suo, indugia sui trionfi come teen idol ai tempi degli Wham! – erano gli anni ’80 – e spiega il salto di qualità degli anni ’90, quando è diventato artista solista eclettico e precursore. E però la musica è la leva, nell’ora e mezza di narrazione, per arrivare ad altro. Ci sono i contributi esterni di chi lo ha conosciuto (Liam Gallagher, Mary J.Blige, Elton John, Rick Gervais), c’è la battaglia giudiziaria per aggirare i contratti capestro delle major di un tempo, decise a spremere i cantanti fino a limitarne la creatività.

C’è il privato, con l’amore per il brasiliano Anselmo Aleppa, morto di Aids, e, dice Michael, unica persona in grado di ripararlo dall’egotismo visuale di un mondo che non lo vedeva per come fosse realmente. Freedom non rinuncia a un pizzico di retorica, ma è normale, in un documento-confessione. La sua realizzazione ha però causato qualche controversia: si dice che proprio i genitori del suo ex compagno abbiano contestato la presenza di spezzoni riguardanti il figlio, soprattutto le scene della sua agonia.

L’uscita del film va di pari passo con la ristampa, da parte di Sony Music, il 20 ottobre, di una particolare edizione del suo secondo album solista, Listen Without Prejudice Vol.1, assieme al live Mtv Unplugged rimasterizzato, cronaca del concerto tenuto ai Three Mills Island Studios di Londra nell’ottobre 1996. Il disco, arricchito dal brano Fantasy, featuring Nile Rodgers, esce in edizione deluxe con speciali remix e in vinile. Il pacchetto completo, album e film, diventa così un tributo a un personaggio che, per sua stessa ammissione, «Ha vissuto un’epoca irripetibile della storia della musica. Gente come me, come Prince e come Madonna, difficilmente tornerà in ere future». Non eroi, tanto meno santi, senza dubbio icone.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto George Michael)