Pubblicato il 14/10/2017, 17:01 | Scritto da La Redazione

X Factor, le storie che commuovono in tv

Rita Bellanza, 20 anni, l’altra sera ha commosso i giudici e il pubblico con la sua interpretazione di Sally di Vasco Rossi

 

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 57, di Chiara Maffioletti

 

X Factor, le storie che commuovono in tv

 

Non solo musica al talent di Sky: adesso lo show punta sulle vicende personali dei concorrenti. Lacrime per Rita

 

Si canta, certo. Però si piange anche parecchio. E se è vero che X Factor resta (anche) una trasmissione televisiva e non solo un luogo in cui scoprire nuovi talenti, lo è altrettanto che il talent show più duro e puro, quello in cui contava solo la voce, quello in cui c’era poco spazio per le chiacchiere e moltissimo per le canzoni, sta un po’ cedendo alla tentazione di fare spettacolo (anche) attraverso le storie di chi sale su quel palco. Sarà l’età. Con gli anni si diventa più teneri, si dice, e X Factor in Italia è arrivato all’undicesima edizione. Per il riassunto della puntata andata in onda giovedì (su Sky Uno), ad esempio, basta una parola: Rita. Una concorrente che sì, ha una bellissima voce, ma anche una storia che non lascia indifferenti e che ha colorato la sua interpretazione di altre sfumature. Il brano era «Sally», di Vasco Rossi. E come lei stessa ha fatto presente, «racconta di me, per questo dovevo cantarla». Rita, vent’anni, è stata ospite in una comunità e poi in affido a tre famiglie: la musica l’ha aiutata a crescere. Giovedì, già mentre cantava, Mara Maionchi era in lacrime e per diverso tempo non si è più riavuta: «Mi hai fregato un po’», ha detto con gli occhi lucidissimi come quelli di Levante, giudice che l’ha ammessa nella sua categoria — «under donna» — e che le ha rivolto queste parole: «Hai 20 anni ma racconti tutto il tuo dolore. Questa canzone la cantano tante interpreti italiane, molte senza averne diritto. Tu ne hai il diritto». Non è la prima volta che le lacrime spuntano in questa edizione del talent. Alle audizioni, il rap di Andrea Uboldi ha fatto en plein, devastando emotivamente tutti i giudici: di fronte alle rime con cui il ragazzo raccontava come stesse dopo essere stato abbandonato dal padre, Levante si è direttamente accasciata sulla scrivania, Mara Maionchi ha pianto, Manuel Agnelli si è fermato agli occhi parecchio lucidi mentre Fedez li aveva proprio bagnati, con voce rotta. Se non ci fossero le telecamere, se non si trattasse di un talent ma di una più canonica audizione, forse l’impatto sarebbe meno struggente? Forse. Ma X Factor è senza dubbio televisione e la televisione si nutre di storie, non solo di voci. Un’altra che non è passata inosservata — e come potrebbe? — è quella di Samuel Storm, un ragazzo di 19 anni che per arrivare a esibirsi ha dovuto fare un viaggio di nove mesi, dalla Nigeria, attraversando il deserto e il mare con altri 13o migranti. Lo ha raccontato, con grande delicatezza, ma toccando l’animo di chi lo guardava quando ancora non aveva iniziato a cantare, tanto che anche Fedez aveva detto ai suoi colleghi: «Speriamo che sia bravo». Lo è stato. Come molti dei ragazzi scelti per la voce, certo, ma anche per le loro vite. Questa è anche l’edizione in assoluto più multietnica: i concorrenti arrivano dai 6 Paesi del mondo, ciascuno col suo trascorso da raccontare. Ma lo spettacolo è fatto anche di risate, si sa. E personaggi che finiscono su quel palco non tanto perché si pensa di aver scovato il Bob Dylan del futuro, ma perché funzionali allo show, pure non mancano. Come Angelo Oliva, 69 anni, interrotto dopo qualche secondo di discutibile esibizione, ma rimasto decisamente più tempo a inveire contro i giudici. Alla fine però li ha perdonati: «Non sapete quello che fate». Perché X Factor è sì musica, ma mai come adesso anche televisione.

 

(Nella foto, Mara Maionchi durante l’esibizione di Rita Bellanza)