Pubblicato il 05/10/2017, 11:31 | Scritto da La Redazione
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Premier League: è guerra fra grandi e piccole per i diritti Tv

Premier League: è guerra fra grandi e piccole per i diritti Tv
Il Chelsea, i due Manchester, l'Arsenal, il Liverpool e il Tottenham sostengono di aver diritto a una percentuale maggiore sui proventi: è scontro coi club meno potenti. Così Stefano Boldrini su "La Gazzetta dello Sport".

Premier, diritti tv all’estero: le 6 grandi contro le piccole

Rassegna stampa: La Gazzetta dello Sport, di Stefano Boldrini.

Fumata nera. Il meeting londinese dei 20 club della Premier dedicato alla questione dei diritti televisivi all’estero, organizzato dal presidente della lega Richard Scudamore in un elegante hotel di Mayfair, si è chiuso con un nulla di fatto. La riunione sarà aggiornata. La vicenda, delicata, riguarda la suddivisione delle quote ed è stato sollevato dalle big six della Premier: Manchester City, Manchester United, Chelsea, Arsenal, Tottenham e Liverpool. Le sei sorelle vogliono stracciare la norma della ripartizione dei proventi tv in parti uguali seguendo invece l’ordine della classifica. In ballo, c’è il 35% della torta complessivo dei proventi del contratto tv, per 3 milioni di sterline nel triennio 2016-2019. Nello schema attuale, ogni stagione permette di incassare a ciascuna delle venti squadre della Premier 39 milioni di pound solo con la diffusione della gare del campionato inglese all’estero.
I FALCHI — Le big six sostengono che i mercati in questo momento in grande ascesa, Cina e Usa, sono trainati dalle sei sorelle ed è giusto rivedere quindi la divisione dei proventi. I falchi sono Chelsea e Manchester United. Più sfumate, ma sempre decise ad imporre le ragioni delle big six, le altre quattro. Lo statuto della Premier prevede che per modificare i meccanismi di accordo sia necessario un terzo dei voti. Il progetto delle grandi avrebbe il parere favorevole di emergenti come Everton, West Ham e Leicester. Secondo i rumors, anche il Newcastle vedrebbe di buon occhio la riforma suggerita delle big, mentre sul fronte di chi non vuole invece modificare l’assetto attuale i leader sono Stoke City e Crystal Palace.
RISCHIO SUPERLEGA — In queste ore si sono fatte sentire voci illustri sull’argomento. Gary Neville, ex calciatore del Manchester United, oggi commentatore tv, ha criticato il progetto delle grandi perché potrebbe creare una frattura profonda. I media sono sostanzialmente critici e intravedono il pericolo di uno strappo che potrebbe favorire l’altro progetto allo studio da tempo: quello della Superlega europea.
(Nella foto José Mourinho e Antonio Conte)