Pubblicato il 03/10/2017, 13:31 | Scritto da La Redazione

Rai 1 racconta musica in modo diverso grazie a Dimmi di te

Rai 1 racconta musica in modo diverso grazie a Dimmi di te
Niccolò Agliardi cerca esperienze di vita da trasformare in canzoni. Con l'aiuto di popstar. Così su "Il Giornale".

Dimmi di te, il nuovo format musicale di Rai 1

Rassegna stampa: Il Giornale, di P.G.

La sfida è una grande sfida: seguire la nascita di una canzone cercando la storia giusta, componendola e affidandola all’interprete giusto. L’idea è di Niccolò Agliardi, uno che se ne intende visto che, giusto per citare qualcosa del suo curriculum, ha scritto brani per Laura Pausini, Zucchero, Ramazzotti ed Elisa, pubblica dischi da solo, ha scritto un romanzo ed è direttore artistico e compositore della colonna sonora di Braccialetti Rossi.

È toccato a lui domenica sera «chiudere» il Prix Italia di Milano con una performance dal vivo, un altro passo verso il debutto del suo primo programma televisivo da autore e colonna portante: «Si intitolerà Dimmi di te e ci penso da qualche anno». In sostanza, sta cercando in giro per l’Italia, con una troupe al seguito, sei «storie» (una per puntata) di ragazzi sui trent’anni che siano «di grande resilienza ma tutte positive, anche se lontane da quel criptobuonismo che non mi piace».

Non saranno vicende di musicisti, ma storie che possono diventare musica partendo da uno spunto che Agliardi, sempre gentilissimo e ineccepibile nella scelta dei vocaboli (una rarità, ormai), spiega così: «Quando ho scritto Invece no per la Pausini ero nella mia stanzetta alle prese con il mio dolore privato che mi ispirava. Poi quando ho sentito uno stadio pieno cantare in coro quel brano, ho capito che era una sensazione enorme da condividere».

Quella è stata la scintilla di Dimmi di te, che andrà in onda dopo il Festival di Sanremo, quindi tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. Sei puntate da 55 minuti l’una che arriveranno intorno alle 18 nella domenica di Rai 1. Riassumendo, ciascuna storia diventerà una canzone composta da Niccolò Agliardi e dalla sua band prima di essere «consegnata» a un grande nome della nostra musica (ovviamente su questo non filtra alcuna indiscrezione). Sarà lui (o lei) a dare al brano la propria chiave di lettura, rendendo definitivo il processo di trasformazione della vita vissuta in note. «Io con la mia band mi occuperò di quello che chiamiamo il presente storico, poi toccherà all’artista riconsegnare la storia originale al ragazzo che ce l’ha raccontata». Un bel modo di sceneggiare la nascita della musica pop.

 

(Nella foto Niccolò Agliardi)