Pubblicato il 01/10/2017, 14:01 | Scritto da La Redazione

Iwan Rheon: Io, da cattivo a Inumano

Il mio Maximus è un fratello traditore, ma in lui i confini tra bene e male sono sempre molto labili

 

 

Rassegna Stampa: Il Messaggero, pagina 22, di Francesca Scorucchi

 

L’intervista Iwan Rheon

Parla l’attore gallese che dopo avere interpretato il ruolo di Ramsay ne “Il Trono di Spade”, debutta l’11 ottobre su Fox con una serie Marvel

«Io, da cattivo a Inumano»

IL MIO MAXIMUS È UN FRATELLO TRADITORE, MA IN LUI I CONFINI TRA BENE E MALE SONO SEMPRE MOLTO LABILI

 

Quel genio dei fumetti che è Stan Lee, nel 1965, diede vita agli Inumani, strana e nobile famiglia, appartenente a una specie dotata di straordinari poteri ma fisicamente così simile a quella umana da potersi confondere con essa. Fece la sua comparsa, per la prima volta, nel numero 45 dei Fantastici Quattro. Ora la famiglia degli Inumani arriva in tv dopo essere stata oggetto di un sperimento al cinema. Girato in Imax, le prime due puntate sono infatti state proiettate sul grande schermo, per la gioia dei fan dei fumetti. Dall’11 ottobre arrivano su Fox, alle 21 (ma le puntate successive saranno in onda dalle 21.50). Girata in otto puntate la serie segue le vicende degli Inumani che, costretti a fuggire dalla città di Attilan, si ritrovano sulla terra, alle Hawaii, dove la salvezza è messa a rischio dal tradimento di uno di loro, Maximus, fratello dei leader Freccia Nera, interpretato da Iwan Rheon, trentaduenne attore gallese che a fare il cattivo si diverte sin dai tempi in cui faceva parte del cast di Trono di Spade, quando interpretava Ramsay Bolton/Snow. ‘Maximus — dice – è il fratello meno in gamba della famiglia. Quello che deve sempre dimostrare qualcosa. Se vogliamo trovare una chiave psicologica alle azioni del mio personaggio, eccola qui». Maximus è buono o cattivo? «Diciamo che non sono così chiari i confini fra bene e male, fra buoni e cattivi. Non c’è bianco e nero ma una serie di grigi. Maximus è in buona fede, vuole aiutare ma i suoi sistemi non sono sempre giusti». Non mancheranno le scene d’azione, vero? «No, non mancheranno. Raccontiamo di un mondo totalmente differente e molto più fantasioso dei già di per sé fantasiosi mondi raccontati da Marvel». Perché più fantasioso degli altri? «Perché non c’è una città di persone normali e un unico supereroe che la salverà. Questo è un contesto completamente diverso. Questa gente vive sulla luna, è sempre stata lì ma noi non lo sapevamo. Gli inumani ci sono sempre stati, ma si nascondevano. E questa l’idea che fa, della striscia prima e ora di questa serie, un progetto originale e diverso da quello che si era visto in passato. Quindi ok, c’è tanta azione, c’è una famiglia parecchio strana, ma c’è soprattutto un mondo fantastico e sconosciuto da scoprire». Le relazioni interessanti sono quelle con il fratello Freccia Nera, interpretato da Anson Mount e con la moglie di quest’ultimo, Medusa (Serinda Swan), di cui Maximus è innamorato. «Sì, credo che lui sia segretamente innamorato della cognata. Credo che sogni di poter, un giorno, essere insieme a lei, e magari anche sul trono con lei». Freccia nera, il fratello, ha una caratteristica: non può parlare perché la sua voce è così potente da essere distruttiva. stato interessante dover interagire con un collega senza l’uso delle parole. tn approccio molto diverso da qualunque lavoro abbia fatto in passato. Per noi attori, la cui arte si fonda sulla parola, è stata davvero un’esperienza unica». Quando ha deciso di fare l’attore? «Avevo 17 anni quando feci una recita a scuola, in gallese. La preside mi prese da parte e mi disse che avrei dovuto frequentare una scuola di recitazione. Fu dura, non avevo mai recitato in inglese». È vero che per Trono di Spade fece il provino per la parte di Jon Snow? «Feci il provino per Viserys, il fratello di Daenerys e alla fine mi chiesero di tornare il giorno dopo per interpretare un altro personaggio, Jon Snow. Non mi presero né per il primo né per il secondo. Tempo dopo fui richiamato, per Ramsay, e quella volta andò bene».

 

(Nella foto, Iwan Rheon)