Pubblicato il 28/09/2017, 11:35 | Scritto da La Redazione

Tim – Vivendi: ora tocca ai ministeri italiani

Tim – Vivendi all’esame dei ministri

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, di Celestina Dominelli e Carmine Fotina

Tim e Vivendi «sono aziende private a cui chiediamo solo rispetto delle leggi italiane e delle regole europee, in Italia come in Francia». Il premier Paolo Gentiloni, in conferenza stampa con Macron, tiene distinti i piani rispetto alla vicenda Fincantieri-Stx. Ufficialmente nessun collegamento, a breve però si capirà se sulle decisioni attese avrà o meno il suo peso il clima di ritrovata distensione politica.

Appare intanto certo che l’esercizio dei poteri speciali su Vivendi-Tim non arriverà oggi con la chiusura del procedimento avviato nelle scorse settimane dai tecnici di Palazzo Chigi per esaminare la mancata notifica da parte del gruppo francese sulla «direzione e coordinamento» esercitata sull’ex monopolista italiano. Il gruppo tecnico che si riunirà oggi pomeriggio, proprio a ridosso di un Consiglio dei ministri che sarebbe in programma subito dopo, avrà infatti il compito di chiudere l’iter relativo al presunto difetto di comunicazione dell’azienda francese. L’orientamento tuttora prevalente è quello di contestare al big francese un difetto nella notifica che, secondo il ragionamento dei tecnici, sarebbe stata inoltrata fuori tempo massimo e soprattutto con un altro oggetto (l’assunzione della partecipazione rilevante in Tim) rispetto ai due tasselli (l’avvio della direzione e coordinamento e la notifica del controllo de facto a Bruxelles a fine marzo), che erano stati oggetto della pratica con cui, nei mesi scorsi, il comitato ha avviato l’istruttoria.

Fin qui,le posizioni interne al comitato che, per chiudere il cerchio, è in attesa delle valutazioni dei ministeri interessati (dal Mef alla Difesa) che dovranno pronunciarsi sull’intero impianto e validare o meno la linea emersa all’interno del gruppo di coordinamento. Il quale, a valle dell’ultimo confronto previsto per oggi, dovrà quindi tracciare una sintesi nella quale inevitabilmente confluiranno le differenti sensibilità sul caso tra chi è fautore di una soluzione più soft nei confronti delle parti e chi invece spinge per un cartellino rosso molto più pesante.

Le conclusioni del comitato arriveranno dunque solo alla fine di quest’ultima ricognizione e, pur non essendo previsto in questa prima fase alcun passaggio formale in Consiglio dei ministri, non è da escludere che il caso Tim-Vivendi possa essere discusso nel corso della riunione ministeriale che sarebbe in programma nel pomeriggio. Piuttosto un esame formale in Cdm arriverà, anche visti i precedenti, laddove si decidesse di attivare il percorso per l’esercizio dei poteri speciali. Ma questo secondo binario non dovrebbe far parte del copione in agenda oggi: secondo i tecnici del governo non si è ancora arrivati al punto delle prescrizioni (il cosiddetto veto), quale che sia la loro gradazione, nei confronti del gruppo francese.

Perché è chiaro che questo ulteriore fronte è strettamente legato all’esito del primo, sul quale, al momento, non c’è la definitiva chiusura. Quel che è certo invece è che se alla fine prevarrà l’orientamento emerso nelle scorse settimane, il gruppo – senza passare, come detto, dall’imprimatur del Cdm – avvierà nei confronti del gruppo francese la contestazione per il difetto della notifica facendo scattare un ulteriore iter, i cui tempi, di 90 giorni, sono scanditi dalla legge 689 del 1981 (legge sulla depenalizzazione). In sostanza, solo alla fine di questo percorso e solo se la tesi dell’accusa (leggi gruppo di Palazzo Chigi) non sarà ribaltata dall’azienda, si arriverà a contestare una multa decidendo in quel caso se applicarla sia a Vivendi che a Tim o solo al gruppo francese.

Sul dossier pesano anche considerazioni di diversa natura. Proprio oggi pomeriggio è in programma un cda di Tim per definire il nuovo vertice, scelta alla quale l’esecutivo guarda con grande attenzione (si veda altro articolo in pagina). E, contemporaneamente, non si sarebbero chiuse le valutazioni governative sul futuro della rete di accesso anche in vista dello sviluppo della banda ultralarga. Indiscrezioni parlano di un esame in corso su una possibile norma, con coinvolgimento dell’Authority per le comunicazioni, per la separazione della rete in una società ad hoc, per poi avviare un percorso più complessivo verso un polo delle reti con presenza pubblica. Su questo punto ad ogni modo non sarebbe in vista l’esercizio del «golden power», ma potrebbe esserci nel parere tecnico del comitato un passaggio sulla strategicità dell’infrastruttura.

 

(Nella foto la sede milanese di Telecom)