Pubblicato il 23/09/2017, 14:01 | Scritto da La Redazione

Bellocchio: «Farò una serie tv sul caso Moro»

«Racconterà i 53 giorni del sequestro rimanendo fuori dalla prigione»

 

Rassegna Stampa: Il Messaggero, pagina 23

 

Bellocchio: «Farò una serie tv sul caso Moro»

«ESTERNO NOTTE RACCONTERA’ I 53 GIORNI DEL SEQUESTRO RIMANENDO FUORI DALLA PRIGIONE»

IL PROGETTO

 

Marco Bellocchio torna sul caso Moro e lo fa con una serie tv che si intitolerà Esterno notte. «Una serie che è il “controcampo” di Buongiorno, notte – annuncia il regista – e racconterà i 53 giorni del sequestro, della prigionia, e dell’assassinio di Aldo Moro, stando però fuori dalla prigione». IL PRECEDENTE In Buongiorno, notte- il film del 2003 presentato in concorso alla Mostra di Venezia – il regista aveva raccontato la storia del sequestro Moro (uno straordinario Roberto Herlitzka) vista dai suoi sequestratori, interpretati da Luigi Lo Cascio e Maya Sansa, ispirandosi in particolare al libro dell’ex brigatista Anna Laura Braghetti Il prigioniero. Ora, dopo Il traditore (il film su Tommaso Buscetta di prossima realizzazione), Bellocchio metterà mano nel 2018 a questa sua prima serie tv che ha il titolo di Esterno notte «perché – spiega – stavolta i protagonisti saranno gli uomini e le donne che agirono fuori della prigione, coinvolti a vario titolo nel sequestro, la famiglia, i politici, i preti, il Papa, i professori, i maghi, le forze dell’ordine, i servizi segreti, i brigatisti in libertà e in galera, persino i mafiosi, gli infiltrati… Protagonisti celebri, sempre in tv e sui giornali, ma anche sconosciuti». STORIE PRIVATE E ancora Bellocchio: «Di questi personaggi racconterò le storie, più private che pubbliche, durante il sequestro, per cercare di salvarlo, per far finta di salvarlo, boicottando apertamente o segretamente ogni trattativa per salvarlo, fino al tragico grottesco delle sedute spiritiche e dei viaggi all’estero per consultare dei sensitivi che potessero dare delle informazioni utili sulla prigione eccetera». Spazio ancora, dunque, al «grande teatro televisivo durante quei 53 giorni, con milioni di spettatori attaccati alla tv in cui tutti facevano pronostici pubblicamente o in cuor loro – sottolinea ancora Bellocchio – e si pregava nelle chiese per la salvezza del presidente e si facevano appelli da San Pietro per la vita di colui che, come Cristo, “doveva morire”». E questo «perché nulla potesse cambiare non solo nella politica, ma soprattutto nella mente degli italiani». Il progetto prenderà forma nel 2018, nel quarantesimo anniversario della morte di Aldo Moro.

 

(Nella foto, Marco Bellocchio)