Pubblicato il 16/09/2017, 17:05 | Scritto da Francesco Franchi

Ad Alexis Bledel l’Emmy come “Migliore Attrice Guest” per The Handmaid’s Tale

Ad Alexis Bledel l’Emmy come “Migliore Attrice Guest” per The Handmaid’s Tale
La serie tv, che ieri si è aggiudicata i suoi primi 3 Emmy Awards, arriverà in anteprima esclusiva per l’Italia su TIMVISION da martedì 26 settembre

Domani la cerimonia finale

 

 

Alexis Bledel (Rory in Una mamma per amica, Sin City) ha vinto l’Emmy Awards come “Migliore attrice guest in una serie drammatica” per la sua interpretazione in The Handmaid’s tale. La serie tv targata MGM Television ispirata all’omonimo romanzo di Margaret Atwood (in italiano Il racconto dell’ancella), con Elisabeth Moss (Peggy Olson in Mad Men, vincitrice del Golden Globe per Top of the Lake), Samira Wiley (Poussey in Orange is the new black), Ann Dowd (The LeftoversMasters of SexIo e Marley) e Yvonne Strahovski (DexterChuck), arriverà in anteprima esclusiva per l’Italia su TIMVISION da martedì 26 settembre.

 

The Handmaid’s Tale si è aggiudicata anche altri due Awards per le categorie “Outstanding cinematography for a single-camera series” e “Outstanding production design for a narrative contemporary or fantasy program”, in attesa della cerimonia finale di domani, dove correrà per la “Miglior serie drammatica”, “Migliore attrice protagonista in una serie drammatica” per Elisabeth Moss e “Migliore attrice non protagonista in una serie drammatica” sia per Ann Dowd che per Samira Wiley.

In un futuro non troppo lontano, gli Stati Uniti d’America sono caduti in favore della società di Gilead. Questo regime, in un mondo devastato da guerre, terrorismo e inquinamento, è guidato da estremisti religiosi che, dopo aver imposto la legge marziale e sospeso la Costituzione in seguito ad un attentato, hanno creato uno Stato totalitario, militarizzato e misogino in cui le donne vengono considerate degli oggetti di proprietà dello Stato e private di qualsiasi diritto. Studenti universitari, omosessuali (definiti come “traditori di genere”), ribelli e chiunque non segua la linea governativa, viene ucciso pubblicamente o mandato nelle “colonie” a lavorare i rifiuti tossici per poi morire avvelenato. La popolazione femminile è divisa in diverse categorie, accomunate dall’impossibilità di avere qualsiasi libertà di base: lavorare, leggere, uscire di casa, parlare o possedere denaro. Una parola sbagliata può portare alla morte dato che le condanne sono giustificate come volere di Dio. Le “ancelle”, uniche fertili fra tutte le categorie riconosciute, sono considerate utili solo per la procreazione. Vivono nella residenza del Comandante, costrette in una schiavitù sessuale giustificata dalla volontà di ripopolare un mondo ormai distrutto da catastrofi ed eventi naturali devastanti, dove solo un neonato su cinque nasce sano e in forze.

 

La serie tv è incentrata sulla figura dell’ancella Difred, (Di-Fred, proprietà di Fred, il suo Comandante). La protagonista ricorda perfettamente com’era la vita prima di questo regime dittatoriale, viene raccontata anche allo spettatore attraverso ricorrenti flashback che mostrano come voglia sopravvivere, ma anche ritrovare la figlia che le è stata letteralmente strappata dalle mani: “il mio nome è Difred. Prima avevo un altro nome che adesso è proibito. Tantissime cose sono proibite ormai”. Difred è interpretata da Elisabeth Moss; l’attrice, che in carriera può vantare un Golden Globe e un Satellite Award per Top of the lake, oltre alle numerose nomination ad Emmy e Golden Globe per l’interpretazione di Peggy Olson in Mad Men, è attualmente in corsa agli Emmy 2017 per la categoria“Migliore attrice protagonista in una serie drammatica”.

 

La pubblicazione del romanzo di Margaret Atwood aveva destato numerose polemiche per la durezza delle tematiche trattate, al punto che alcune high school americane decisero di vietarne la disponibilità. La Atwood rispose ad ogni critica affermando che tutti gli episodi raccontati sono fondati su pratiche realmente adottate contro le donne in diversi periodi storici. Così come nel romanzo, anche nella serie tv le barbarie vengono raccontate direttamente nella loro crudeltà senza filtri, a partire dalle ancelle, costrette ad indossare tuniche rosse e copricapi bianchi che nascondono il viso, perché se lo sguardo viene giudicato indiscreto l’occhio destro viene immediatamente asportato: “siamo delle bestie da riproduzione, gli occhi non ci servono”.

 

La serie tv, già capace di aggiudicarsi il titolo di “Programma dell’anno” e “Miglior serie drammatica” ai TCA Awards 2017.

 

Francesco Franchi

(Nella foto, Alexis Bledel in un frame di The Handmaid’s tale)