Pubblicato il 13/09/2017, 18:33 | Scritto da Tiziana Leone

Ezio Mauro: Ho sperimentato la tv, mi ha divertito. Magari…

Ezio Mauro sarà protagonista su Rai Storia di Cronache di una rivoluzione, otto puntate al via martedì alle 21.10.

In questo inizio di stagione televisiva ci sono i Fabio Fazio con i loro milioni, i Grandi Fratello con la loro dose di trash, i talk show con tutti gli annessi e connessi e le fiction costrette a macinare milioni di ascolti comunque sia. Poi ci sono programmi come Cronache di una rivoluzione, la cui presentazione magari finisce schiacciata tra un X Factor e un Piazza Pulita, anche se resta l’unica ad avere in sé il germe di novità.

Nel tutto già visto che questo settembre ci propone, in quel di Rai Storia da martedì in prima serata, sbuca un programma che vede Ezio Mauro al suo debutto televisivo. L’ ex direttore di Repubblica, il giornalista che ha fatto della “sacra scrittura” la sua vita, ha assaggiato il bello della tv e si è divertito. Parecchio. Il suo viaggio nella rivoluzione russa, raccontato in otto puntate, è nato con la Stand by me di Simona Ercolani e con l’ausilio di immagini di repertorio percorre le strade del reportage di lusso. In oltre un anno di lavoro, Ezio Mauro si è messo sulle tracce di Grigorij Rasputin, dello Zar Nikolaj II, di Lenin e Trotzkij, è sbarcato in Russia per trovare pezzi di racconti che solo le immagini sono in grado di mostrare.

«Questo racconto è stata una magnifica avventura, quasi ossessiva, durata oltre un anno – spiega il giornalista –. Io sono un prete della mia Chiesa, il mio giornale Repubblica e ormai è troppo tardi per cambiare, ma questa è stata un’esperienza bellissima: ho capito tardivamente quanto le immagini consentano di mostrare un punto di vista che il giornalismo scritto non ti dà, anche se la scrittura resta il mio registro fondamentale».

Visto che l’esperienza l’ha divertita, ha altre idee per continuare?

«Ho idee per un progetto futuro, vedremo».

E’ stato complicato girare in Russia?

«No affatto, in Russia prima ti dicono di no, poi ti aprono tutte le porte, ci hanno consentito di filmare tutto quel che volevamo».

Lei è stato corrispondente dalla Russia per diversi anni, che periodo era?

«Era prima della fine dell’Unione Sovietica. Sono stato lì per tre anni, sufficienti per accendere con la Russia un rapporto particolare che ho mantenuto negli anni. Ho acquistato molti libri, che mi sono tornati molto utili per questo lavoro fatto».

In questo reportage dalla Russia si vede un Ezio Mauro diverso, un cronista/segugio che segue le tracce…

«Ho cercato di fare il cronista di una vicenda accaduta un secolo fa. Ma spero di aver fatto il cronista anche quando ero direttore».

Questo viaggio nella rivoluzione russa è cominciato dalle pagine e dal sito di Repubblica, ora sbarca in tv, dove arriverà?

«Ci saranno un libro e un reading teatrale. Diciamo che tutto è partito sulle pagine di Repubblica e poi il mercato è venuto a cercarci. Avevo l’impressione che fosse difficile gestire una pagina così ampia, ma mi sono divertito in questo linguaggio mai frequentato prima».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Ezio Mauro)