Pubblicato il 09/09/2017, 13:35 | Scritto da La Redazione

Aldo Grasso: Perché la Rai mette i docu-film a mezzanotte?

La Rai e i docu-film di impegno civile a mezzanotte, un’occasione persa

 

Rassegna stampa: Corriere della sera, di Aldo Grasso.

“Nel nome del popolo italiano” racconta le tragiche vicende di Piersanti Mattarella, Vittorio Occorsio, Natale De Grazia e Marco Biagi. In onda su Rai 1 a mezzanotte.

 

Perché a mezzanotte? Perché così tardi, se l’intento è quello di raccontare storie di vita e sacrificio per la difesa della democrazia, della legalità e di un ideale di integrità? In pieno spirito di servizio pubblico, Rai 1 ha dedicato quattro docu-film ad altrettanti «eroi nazionali», persone che sono andate incontro al loro tragico destino pur di garantire la vita delle istituzioni democratiche.

Nel nome del popolo italiano racconta le tragiche vicende del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, ammazzato dalla mafia nel 1980 (fratello del Presidente della Repubblica), del giudice Vittorio Occorsio, ucciso per mano di Ordine Nuovo nel 1976; del capitano di fregata Natale De Grazia (avvelenato nel 1995 dopo aver mangiato in un ristorante) e, infine, del professor Marco Biagi, freddato vigliaccamente dalle Nuove Brigate Rosse nel 2002.

I docufilm sono prodotti da Anele con Rai Cinema e Rai Com. Il progetto realizzato per «non dimenticare» è rivolto soprattutto ai giovani: per permettere anche a loro, sottolinea la produttrice Gloria Giorgianni «di orientarsi e comprendere meglio quanto accade nel presente». Se l’intento è questo, e non ne dubitiamo, perché mandarli in onda su Rai 1, sapendo bene che non potranno mai andare in prima serata?

Vista l’importanza dei quattro casi, non sarebbe stato meglio programmarli su Rai 3? È vero che ora le trasmissioni possono essere riviste a piacimento su Raiplay, ma se non si crea un minimo di evento, programmi come questi resteranno nell’ombra e il tentativo di educazione civica sarà del tutto inutile.

Senza entrare nel merito di ciascun docufilm (sono abbastanza tradizionali anche se sono stati presentati come frutto di una «formula editoriale innovativa»), resta il rammarico per un’operazione di alto valore civile e storico buttata un po’ via per la collocazione in palinsesto. Comunque, ci sarebbe ancora tempo per rimediare.

 

(Nella foto Gianmarco Tognazzi, voce narrante de Nel nome del popolo italiano)

 

 

 

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