Pubblicato il 27/08/2017, 14:01 | Scritto da La Redazione

Marco D’Amore: Io, attore e non solo

Da un lato Ciro è come Amleto, è un ruolo di cui non si è mai satolli. Dall’altro una certa pericolosità di essere identificati solo con questo ruolo c’è, ma solo perché siamo in Italia: altrove ognuno di noi avrebbe fatto dieci film a testa

 

Rassegna Stampa: Repubblica Napoli, pagina 11, di Ilaria Urbani

 

IL PERSONAGGIO

“Io, attore e non solo”

 

Marco D’Amore tra Ischia e Puglia pronto per Venezia

Terminate le riprese di “Gomorra 3” tra i progetti dell’artista un nuovo film soltanto nel ruolo di autore-produttore e poi l’idea di una regia teatrale

 

IL BUEN RETIRO Da anni vado a riposarmi nelle campagne a Sud di Monopoli

Amo il pesce crudo e le focacce baresi

 

IMPEGNATO per oltre sei mesi sul set dell’attesissima terza stagione di “Gomorra – La serie” (in onda da metà novembre ), solo poche settimane fa Marco D’Amore è riuscito a fermarsi un po’: qualche giorno al mare a Ischia, poi nella sua oasi di riflessione, lontano dai clamori, nelle campagne pugliesi, a Sud di Monopoli. Lontano dall’affollato Salento. Tra le sue letture, primo fra tutti “Limonov” di Carrère, consigliato anche dal suo amico Roberto Saviano, le focacce baresi e le passeggiate nella natura. Ma per l’attore 36enne è già tempo di cinema: sarà alla Mostra del cinema di Venezia il 7 settembre per il film “Brutti e cattivi”, poi di nuovo sul set per un film che si gira tra il Belgio e la Sicilia. Le vere vacanze? A Natale a Londra con la sua compagna Daniela. Poi spazio al teatro: tornerà in “American Buffalo”, e al suo impegno di ispirata al best-seller di Roberto Saviano “Siamo ormai così dentro storia – spiega D’Amore – che ormai diamo un apporto autoriale E questo sarà particolarmente evidente nella terza serie” LE LETTURE Sono un lettore compulsivo Quest’estate mi sono dedicato a Carrère e a Wislow sceneggiatore e produttore. Marco D’Amore, in estate lei preferisce la Puglia? «Da anni qui ho il mio buen retiro, tra passeggiate in campagna, letture, buon cibo, adoro le focacce baresi, me ne hanno spedite anche a Caserta dove sono appena tornato dalla mia famiglia, e poi il pesce crudo, le cozze: il sushi all’italiana. Anni fa andavo anche in Salento, quando ancora non era meta assaltata dai turisti, ora preferisco le campagne nei dintorni di Monopoli. Le sue letture estive? «Sono un lettore compulsivo da sempre, questa passione me l’ha trasmessa mio padre, adoro la letteratura americana da Bukowski a McCarthy: ho appena finito “Limonov” di Carrère, me l’ha consigliato Roberto Saviano. E poi, poiché ho la cattiva abitudine di iniziare due libri contemporaneamente, ora sto leggendo sia l’ultimo sul commissario Ricciardi, sono un suo appassionato della prima ora, che “Corruzione” di Don Winslow». Le riprese di Gomorra sono terminate il 3 luglio, ma non è andato subito in vacanza… «Ho girato dei divertenti spot per Sky, poi mi sono concesso pochi giorni al mare a Ischia, e finalmente sono andato in Puglia. Ora sono tornata a casa mia, a Caserta: qui ci sono la mia famiglia e i miei fratelli, li vedo sempre così poco, è l’occasione per stare con loro. Ho sempre sentito al telefono il mio amico Salvatore Esposito, siamo inseparabili ormai, ci vedremo a Venezia dove lui presenta “Veleno” e io “Brutti e cattivi”, e Toni Servillo: gli ho appena fatto gli auguri per l’inizio delle riprese del film di Sorrentino su Berlusconi. Ma le vere vacanze saranno a Natale, farò il Capodanno a Londra con la mia compagna Daniela, andremo a trovare lì un mio caro amico. E poi nei prossimi anni voglio andare in Giappone». Qual è la più bella vacanza della sua vita impressa nella memoria? «Quando ero piccolo, era ancora diffusa la vacanza di un mese intero ad agosto per i figli dei dipendenti pubblici, che belle vacanze: abbiamo girato tanto con mio padre Giuseppe, che si fa da sempre chiamare Marcello per via di Marcello Mastroianni, giuro che quando avrò un figlio lo chiamerò Marcello; mia madre Angela, insegnante di Latino, e i miei fratelli Giuliano, che oggi lavora con me, e Valeria, madre delle mie splendide nipotine. La più bella vacanza da adolescente da solo è stata in Croazia, con gli amici, in barca, in giro per calette, e a nuotare: adoro nuotare…». Il 7 settembre sarà alla Mostra di Venezia per presentare il film “Brutti e cattivi”. Interpreta il tossico chiamato “Er Merda”, un altro cattivo dopo Ciro di Gomorra, ma con i capelli rasta… «È l’esordio alla regia di Cosimo Gomez, un film molto ambizioso, che pone al centro una minoranza alla quale spesso ci avviciniamo con sentimenti di compassione, persone che hanno pulsioni, repulsioni e vivono anche sentimenti rancorosi. Il film racconta di un manipolo di disabili violenti, è anche un modo per esorcizzare alcune paure, ho recitato al fianco di bravi attori come Claudio Santamaria e Sara Serraiocco. La mia è una partecipazione, da sempre non ho grandi velleità per la recitazione, mi piace cambiare e giocare con questo mestiere, ringrazio Cosimo per avermi proposto un ruolo diverso da Ciro, non capita spesso…». È difficile distaccarsi dal ruolo di Ciro di “Gomorra”? «Da un lato non ho alcuna voglia di distaccarmene: Ciro è come Amleto, è un ruolo di cui non si è mai satolli. Dall’altro una certa pericolosità di essere identificati solo con questo ruolo c’è, ma solo perché siamo in Italia: altrove ognuno di noi avrebbe fatto dieci film a testa, per il successo internazionale che ha avuto con “Gomorra”. Abbiamo avuto complimenti da parte di tutti da Michael Fassbender a Benicio Del Toro, invece qui in Italia pochi autori riescono a distaccarti dal ruolo, sono troppo prudenti. Pensiamo cosa sarebbe accaduto a Jim Carrey in Italia, invece è straordinario sia in “Ace Ventura ” che in “Se mi lasci ti cancello”». Quindi sogna anche Hollywood.. «Non ho mai avuto il sogno americano, come dice Paolo Sorrentino io voglio raccontare il mio paese, argomenti importanti, e voglio che se ne parli all’estero. Ho dato sempre sentito un’esigenza di indipendenza: con la mia società, fondata con il mio amico Francesco Ghiaccio già nel 2005 appena finimmo la scuola “Paolo Grassi”, abbiamo fatto un film su un tema difficile come quello dell’amianto, “Un posto sicuro”, che ha vinto anche un Nastro d’argento. La mia urgenza è quella di fare un cinema come quello di Francesco Rosi, di Elio Petri, quello è il cinema a cui guardo. E per l’anno prossimo stiamo preparando un altro film. Racconterà l’adolescenza, ma non compiacerà i giovani: sarà duro e cinico. Questa volta io sono solo coproduttore con Indiana e cosceneggiatore con Francesco, che sarà di nuovo alla regia». Non sarà fra gli attori? «No. Come dicevo da sempre mi è piaciuta tutta la “macchina cinema”, non devo necessariamente recitare. Mi piacciono molto gli aspetti autoriali e produttori, e nei prossimi anni passerò anche alla regia». Però è già sul set di un nuovo film a settembre… «Scelgo solo i progetti più interessanti. È l’opera prima di Simone Catania, giriamo tra il Belgio e la Sicilia da fine settembre. La storia di un’amicizia ritrovata, si intitola “Drive Me Home”, al mio fianco Vinicio Marchioni. Mi piacerebbe molto essere diretto da Paolo Sorrentino, ma per ora mi godo la fortuna di essere suo contemporaneo e spettatore». Come sarà la terza stagione di “Gomorra”? «Una bomba. La narrazione ha raggiunto un grado di potenza e complessità al punto che tutti i personaggi vengono fuori nella loro potenza. Sono molto soddisfatto del risultato, e anche del fatto che oramai io e Salvatore Esposito siamo così dentro la storia che diamo anche un apporto autoriale: E poi adoro il regista cileno Pablo Lorrain». È tornato con successo al teatro in “American Buffalo”, sogna anche un’altra regia? «Girerò ancora con “American Buffalo”, a metà novembre saremo anche a Napoli al Bellini. A teatro dirigerei la tragedia, partirei da “Fedra”. Mi attrae l’universo femminile affrontato dalla tragedia».

 

(Nella foto, Marco D’Amore)