Pubblicato il 17/08/2017, 13:35 | Scritto da La Redazione
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Show e fiction, anche Apple sbarca in televisione

Show e fiction, anche Apple sbarca in televisione
Anche la celebre casa fondata da Steve Jobs, dopo Sky, Amazon e Facebook, decide di investire sull'intrattenimento e prepara dieci show. Così Gianmaria Tammaro su "Il Messaggero".

Sfida sullo streaming di Apple, Netflix risponde aumentando la produzione e ingaggiando i fratelli Coen, Sky sviluppa Now Tv, viale Mazzini rilancia con Raiplay

Rassegna Stampa: Il Messaggero, pagina 23, di Gianmaria Tammaro.

Anche la celebre casa fondata da Steve Jobs, dopo Sky, Amazon e Facebook, decide di investire sull’intrattenimento e prepara dieci show. Sfida sullo streaming, Netflix risponde aumentando la produzione e ingaggiando i fratelli Coen

Apple punta sulla tv un miliardo di dollari

 

IL FENOMENO

Non è chiaro quando tutto questo sia iniziato. Per qualcuno, è merito di HBO e delle sue primissime serie. Per qualcun altro, invece, si tratta di un evento molto più recente, e legato a doppio filo allo streaming. Sta di fatto che, all’improvviso, il mondo si è spostato. Dal cinema al piccolo schermo, un’altra volta. E tutti i talenti, tutti i registi, tutti i volti noti e i produttori hanno cominciato a guardare con crescente interesse la televisione. Perché dà un contatto diverso con il pubblico, innanzitutto. E poi perché permette di investire sulle persone. Nel corso degli ultimi venti anni, si sono alternati grandi e grandissimi sceneggiatori, ci sono stati successi, tormentoni, è stato segnato un confine, un confine che separa un prima e un dopo. E oggi ne vediamo i risultati. Solo lo scorso anno, sono state prodotte 455 serie tv.

Per questa stagione, stando a sentire John Landgraf, presidente e general manager di FX, ne verranno prodotte 534, e senza contare Apple. Sì, perché anche Apple, la nota casa fondata da Steve Jobs, ha deciso di darsi all’intrattenimento: sul tavolino, notizia di ieri, ci sarebbe circa 1 miliardo di dollari di investimenti. La promessa è quella di creare almeno 10 serie tv – o, più in generale, 10 show, che quindi potrebbero toccare anche altre aree di intrattenimento. Il come, ovvero in che modo questi show verranno mostrati al pubblico, non è ancora chiaro. Forse tramite Apple Music, oppure – ipotesi da non scartare – con una nuova piattaforma creata ad hoc. Perché anche questo, dopo il successo di Netflix, è diventato un investimento necessario: lo streaming.

Creare un posto, una home, una piattaforma dove il pubblico possa trovare contenuti sempre nuovi e sempre interessanti. Nemmeno una settimana fa, la stessa Facebook annunciava la nascita di Watch, la sua piattaforma – dove, hanno fatto sapere, arriveranno molto presto degli “show”.

ROTTURA La stessa cosa è nei piani della Disney, che solo pochi giorni fa, a sorpresa, ha annunciato la rottura nel 2019 del suo accordo con Netflix per avviare una propria piattaforma di streaming, dove poter mostrare, quest’è la precisazione, i propri film. E poi ci sono Amazon, che già conosciamo, e Hulu, che qui in Italia non è ancora arrivata. Ma anche Sky, che ha deciso di investire sullo streaming con la sua NowTv; e la Rai, la nostra Rai, che sotto la passata direzione di Campo Dall’Orto ha visto nello streaming – e nella neonata Raiplay – un’occasione di rilancio e di futuro. Più serie, più soldi e più talenti: è questo il mantra.

Mentre Apple si ferma, ancora al giro di prova, a 1 miliardo di dollari di investimento, Netflix rilancia: l’anno scorso sono stati spesi circa 6 miliardi in produzioni, quest’anno 5; per l’anno prossimo, ha annunciato Ted Sarandos, responsabile dei contenuti, si arriverà a 7. Sky, invece, prossima a lanciare un servizio di streaming anche sul mercato spagnolo, ha investito per tutti i suoi contenuti (quindi non solo serie tv e film, ma pure sport e intrattenimento) circa 6 miliardi e mezzo di euro.

MOVIMENTI Sono movimenti, questi, che stanno spostando non solo il pubblico, ma anche i professionisti, coloro i quali producono, sviluppano, pensano show come le serie tv. Per fare qualche nome: Netflix, dopo aver acquistato The Irishman di Martin Scorsese, ha chiuso un accordo anche con i fratelli Coen. E ha portato via all’ABC Shonda Rhimes. Su Sky, come sappiamo, è arrivata la prima serie tv di Paolo Sorrentino, altro Premio Oscar. Su Amazon, invece, c’è Woody Allen, che dopo Crisis in Six Scenes si è affidato al colosso dell’e-commerce anche per la distribuzione dei suoi film. E un nuovo mondo, questo. Un mondo che viaggia molto più veloce, che punta sulla serializzazione (per quanto riguarda i contenuti) e che è sempre più a portata di click.

 

(Nella foto la sede di Apple)