Pubblicato il 11/08/2017, 16:35 | Scritto da Tiziana Leone

I divulgatori nuovi sex symbol della tv a loro insaputa

Alberto Angela, Mario Tozzi e Roberto Giacobbo, uomini che hanno fatto della cultura il loro lato sexy

Una volta c’erano i conduttori. Erano loro a detenere il tv-power, scandivano programmi, si facevano corteggiare dalla concorrenza, si lasciavano intervistare a goccia, un giorno a te domani a un altro, si dividevano tra festival di Sanremo e Miss Italia, si prendevano i titoli e le foto delle copertine. Vecchi tempi. I conduttori con i loro cachet milionari sono finiti impigliati nella rete, quella del web, e al loro posto trionfano i divulgatori.

Uomini veri, colti, preparati, con la loro piccozza scalano le montagne, con le loro corde si infilano nelle gole profonde del terreno, con i loro elmetti risalgono vette irraggiungibili, tutti figli di quel Piero Angela che a più di 80 anni è sempre in onda su Raiuno, l’highlander con il Superquark nel Dna. Guardano dritto nella telecamera e mentre ricostruiscono la storia dell’Antica Roma ammiccano, consapevoli che la divulgazione fa più punti di share se vestita di nuovo, anzi di antico. Senza paure sfidano il mondo di cui vanno a caccia di segreti, ognuno con la sua storia da paura da raccontare, eroi che in nome del credo divulgativo si immolano per salvare la tv dal potere del quiz.

Uomini che rispondono al nome di Alberto Angela, Mario Tozzi, Roberto Giacobbo, il medioman italiano che batte il superman americano, portatore sano di famiglia, ma anche di like su Facebook perché l’essere sexy oggi non passa più necessariamente dalle spalle di Brad Pitt. Conteso tra Rai1 e la tv satellitare Albero Angela, alla guida di Ulisse oltre che degli speciali notturni dedicati alle città d’arte, è diventato protagonista di una telenovela infinita tra chi lo dava per transfuga dalla Rai e chi lo dava invece come pronto al rinnovo del contratto, mentre sul web il popolo sollevava la questione sulle dimensioni e le conseguenti arti amatorie del divulgatore, incapace di gestire cotanta attenzione. «Io vado avanti a fare il mio lavoro», rispondeva sorridendo l’implacabile Angela jr.

Tanta attenzione genera invidia, non ci sarà mica competizione tra divulgatori? «Ma no siamo talmente pochi – sorride Giacobbo, da 31 edizioni alla guida di Voyager su Raidue – che spererei in qualcosa in grado di tutelarci come con i panda». Anche perché durante le loro missioni impossibili rischiano senza mai tirarsi indietro. Se Alberto Angela è stato rapito in Africa, Giacobbo è stato preso a «schioppettate” in Austria. «Con tutti i permessi necessari, eravamo su un percorso ben noto, che ci era stato assicurato tranquillo, frequentato fino al giorno prima da turisti, tra l’Algeria e il Niger – ha raccontato Angela – Appena in territorio nigerino, dopo una cinquantina di chilometri in pieno deserto, si è materializzato un veicolo velocissimo da cui sono scesi tre individui, con turbante e occhiali da sole, kalashnikov e pistole alla mano, intimandoci di arrestarci». È finita bene, ma con una discreta paura.

«Nella civilissima Austria ci hanno preso a schioppettate – ricorda Giacobbo – Stavamo raccontando la storia di un paese che di fatto aveva nascosto parte del tesoro rubato dai fascisti agli abitanti di Budapest e questi ex minatori con delle ville hollywoodiana non erano molto d’accordo che noi lo facessimo». Da anni per Giacobbo, vicedirettore di Rai2, si parla di un possibile salto alla direzione della rete, ma l’interessato si schermisce: «È una storia che torna ciclicamente, ma io sto benissimo dove sto, mi occupo dei programmi divulgativi della rete, e poi se diventassi direttore dovrei lasciare Voyager». Meglio divulgatore. Che direttore.

Tiziana Leone
(nell’immagine, Alberto Angela)