Pubblicato il 09/07/2017, 15:01 | Scritto da La Redazione
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Silverman, regista dei Simpson: «Homer è chi vorremmo essere e al contrario non essere mai»

Sulle indiscrezioni della Rete per cui il cartoon non avrà nuove edizioni: «Non credo proprio, anche se non posso certo parlare al posto dei dirigenti di Fox Television…».

 

Rassegna Stampa: La Stampa, pagina 28, di Luca Dondoni

 

David Silverman, il regista dei Simpson

“Homer è chi vorremmo essere e al contrario non essere mai”

 

Sessant’anni e un look che ricorda tanto i figli dei fiori degli Anni Settanta, David Silverman, l’uomo che trent’anni fa (19 aprile 1987) portò in tv i primi episodi de I Simpson animando i disegni del cartoonist Matt Groening è un tipo tranquillo. Così tranquillo che ci si può facilmente dimenticare di trovarsi di fronte a un numero uno della scena internazionale del cinema d’animazione. Tra i film che portano la sua firma ci sono il capolavoro Pixar Monster e Co. (con Pete Docter) e nel 20071 Simpson – il film, riproiettato di recente alla prima edizione di Bergamo Toons dedicato al mondo dell’animazione. «Tra le iniziative di Bergamo Toons che mi hanno spinto a venire in Italia – dice il regista – c’era “L’Arte dietro le quinte de I Simpson” con decine di artwork originali utilizzati per produrre il serial, ospitati nell’ex chiesa di Santa Maria Maddalena. Un luogo incantevole dove non avrei mai nemmeno immaginato di vedere le facce di Homer, Bart, Lisa o Marge Simpson, per non parlare di Montgomery Burns. Sono colpito dall’amore e dalla professionalità di chi ha allestito la mostra». A Silverman tocca commentare la notizia che gira in Rete secondo la quale, dopo questa ventinovesima stagione che i disegnatori hanno appena terminato di realizzare, la trentesima sarà anche l’ultima. «Non credo proprio, anche se non posso certo parlare al posto dei dirigenti di Fox Television. Diciamo che per come vanno le cose con il mio team ci aspettiamo di continuare». Trent’anni fa si sarebbe mai aspettato che un cartone animato così politicamente scorretto potesse diventare iconico per generazioni di persone in tutto il mondo? Perché i Simpson sono così amati? «Tutto quello che è successo è pazzesco, semplicemente surreale. Con Matt lavoravo al Tracey Ullman Show: quando ci venne l’idea di raccontare una famiglia disfunzionale come quella dei Simpson, Matt mi mostrò i primi personaggi disegnati su un tovagliolino di carta del bar. L’idea era andare controcorrente rispetto alla classica “American family” ma eravamo dubbiosi sulla riuscita. Oggi, trent’anni dopo, posso dirlo: il mondo ha amato i Simpson sopra ogni aspettativa». Allora le possiamo chiedere qual è il personaggio che lei ama di più? «Come si può non adorare Homer? I sentimenti però sono controversi. Lui è quello che una parte di noi vorrebbe essere, e insieme colui che non si vorrebbe essere mai». Ci sarà I Simpson – Il film capitolo 2? Probabilmente, uno di questi giorni… (e ride, ndr). Scherzo… Il fatto è che non sarò certo io ad annunciarlo. È un altro compito dei signori di Fox». Quindi non è impossibile, bene. «Lo ha detto lei, e le credo».

 

(Nella foto, Homer)