Pubblicato il 05/07/2017, 11:33 | Scritto da La Redazione

Vittorio Feltri: “Giletti disturbava i politici”

Vittorio Feltri: “Giletti disturbava i politici”
Il direttore di "Libero Quotidiano" si scaglia contro la decisione Rai di estromettere Massimo Giletti e l'Arena dai palinsesti del prossimo anno e lo fa alla sua maniera. Così Vittorio Feltri su "Libero Quotidiano".

Vittorio Feltri: “Massimo Giletti cacciato perché disturba i signori politici”

Rassegna stampa: Libero Quotidiano, di Vittorio Feltri.

Domenica ho visto l’Arena di Massimo Giletti, versione estiva, e devo dire che era abbastanza divertente, come del resto accade spesso nei dì di festa. Pertanto mi sono chiesto perché mai la Rai abbia intenzione di sopprimere sia il programma sia il conduttore. Pensa e ripensa, la risposta mi è sgorgata dal cervello oltre che dal cuore.

La trasmissione piace alla gente, almeno a giudicare dagli indici di gradimento, ovvio pertanto che stia sul gozzo ai dirigenti dell’ex monopolio, che non badano mai ai risultati economici (dipendenti dalla pubblicità che aumenta in base ai cosiddetti contatti) e obbediscono, invece, a logiche politiche il cui senso sfugge a noi poveri tapini, ma non a loro, figli della partitocrazia, grazie alla quale sono stati assunti.

In pratica Giletti sta sulle balle al Palazzo perché ne svela le porcherie, ne discute con gli ospiti e spesso smaschera un buon numero di profittatori. Egli, dopo anni e anni di onorato servizio, viene così messo alla porta in modo che la smetta di disturbare i manovratori del sistema Italia, retto da un branco di burocrati mantenuti dallo Stato affinché coprano ogni malefatta pubblica. Altra spiegazione al siluramento inatteso di Massimo non c’è. Non ci può essere, anche perché costui non ha mai parteggiato per uno schieramento politico o per un altro, essendo un pazzo senza freni che va dritto al cuore delle questioni più scottanti e le tratta con disinvolta aggressività.

Dà la parola a tutti gli ospiti salvo interromperli per dire la sua, sovrappone la propria voce a quella di chiunque si lasci sfuggire una stupidaggine, interviene su ogni argomento, insomma crea in studio un gran casino che tuttavia tiene vivo l’interesse dei telespettatori, i quali lo premiano seguendolo dall’inizio alla fine. Cacciare un tipo così è una idiozia macroscopica e ingiustificabile, se non dal desiderio dei capetti di viale Mazzini di zittire una voce libera, non condizionata dai capricci dei dementi che governano la Rai con l’unico intento di leccare il didietro ai signori dei partiti. Giletti, autore e fautore di un successo con pochi precedenti, è costretto a levare le tende nonostante sia una risorsa importante per l’Antenna nazionale. Silurato perché bravo ad assicurare all’azienda introiti di alto livello, che però non premono ai fessacchiotti della politica, amanti del quieto vivere e soprattutto della saliva che scorre quasi sempre sul proprio posteriore.

Quel genio della Maggioni, presidente del Caravanserraglio televisivo foraggiato dal canone, ha speso una fortuna (milioni di milioni annui) per garantirsi la collaborazione di Fabio Fazio in barba al tetto delle retribuzioni (240 mila euro) e tira un calcio a Giletti che, pur intascando un quinto rispetto al bulletto della Terza Rete (ora trasferito alla Prima), assicurava alla Rai incassi e audience da record. Questa è una operazione che grida vendetta. Ma nessuno nel settore infestato dalle telecamere e da una schiera di incapaci ha avuto l’ardire di opporvisi. Personalmente sono disgustato, e credo di non essere l’unico. Ridateci l’Arena e il suo papà.

(Nella foto Massimo Giletti)