Pubblicato il 02/07/2017, 12:01 | Scritto da La Redazione

Bonolis istituzionale tra calore del live e il gelo dello studio

Il conduttore è stato voluto da Vasco Rossi per raccontare i retroscena del suo concerto evento trasmesso su Rai1.

 

 

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 28, di Renato Franco

 

La diretta su Rai1

Bonolis istituzionale tra calore del live e il gelo dello studio

 

Il caldo e il freddo. La passione e il distacco. Uno scarto inevitabile: quello tra il live del concerto che trasmette le emozioni in diretta e quello dello studio (quasi un acquario con le sue pareti di vetro) con Bonolis costretto a fare il pesce per condurre la serata. Da una parte musica e canzoni che sono storia collettiva e memoria condivisa; dall’altra interviste che risultano distoniche con l’adrenalina da stadio, a partire da quella, ingessata, con Vasco, animale da concerto che dà il suo meglio quando canta, non quando parla. E una formula impossibile da armonizzare quella del ping pong tra il palco e lo studio, tra le canzoni in diretta e le parole in differita. Vasco ha scelto Bonolis per la serata su Raia perché deve aver individuato nel conduttore il suo alter ego televisivo, anche se Bonolis non è uno da vita, ma piuttosto da camicia spericolata, visto l’azzardo multicolor che indossa. E un Bonolis istituzionale, radiofonico, ingabbiato, non per colpa sua, dall’impossibilità di colmare il divario tra il live della musica e la tassa degli interventi obbligati Gli manca l’ironia, che è la cifra che lo contraddistingue, il tratto che fa di Bonolis un numero uno. Ma la prigione era stretta per una doppia questione di diritti (oltre i5o cinema hanno trasmesso l’evento e uscirà un dvd con il concerto integrale), così va in onda un Vasco interruptus: qua e là salta il collegamento con l’esperienza dal vivo, quella fatta di sudore e canotte, dell’erba scolorita del prato e dell’erba percepita nell’aria, la marea umana di carne, topless e canti. Poi però basta la telecamera che stacca su Vasco e subito tutto si annulla, vince la convinzione di partecipare a un evento epocale, che segna un prima e un dopo. Al netto dei professionisti del malumore (meglio così o niente?), ha avuto ragione chi è rimasto sul divano anziché sul prato. Perché nella Instagram society, diciamolo, il concerto commentato su Twitter e Facebook alla fine risulta molto più realistico in tv.

 

(Nella foto, un momento di La notte di Vasco)