Pubblicato il 20/06/2017, 15:33 | Scritto da Andrea Amato

Palinsesti 2018: Rai e Mediaset hanno altri pensieri

Il 28 giugno la Rai presenta i nuovi palinsesti, mentre il 5 luglio tocca a Mediaset

Nelle prossime due settimane Rai e Mediaset presenteranno i palinsesti per la nuova stagione (il 28 giugno la Rai, il 5 luglio Mediaset), ma mai come quest’anno ci arrivano con altri pensieri per la testa. Nessuno si aspetta grandi sconvolgimenti o annunci a effetto, perché i due grandi editori generalisti hanno in agenda appuntamenti ben più importanti dei nuovi programmi televisivi. Che per un broadcaster è una contraddizione, ma quest’anno va così.

La tv di Stato è nel momento peggiore della sua storia, perché dopo una rivoluzione tanto annunciata e tanto disattesa dopo neanche due anni, nessuno ha più fiducia nelle parole di Matteo Renzi, tanto più che i prossimi mesi saranno di campagna elettorale e il segretario del Pd è ormai evidente che farà come tutti i suoi predecessori: sfrutterà per scopi personali-elettorali la Rai. Che delusione.

Tra i direttori di rete di viale Mazzini serpeggia la paura di un repentino siluramento. Il più sereno, perché uomo aziendale di medio corso, è Andrea Fabiano di Rai 1, serenità che non ha certo Daria Bignardi di Rai 3, donna di fiducia del sacrificato Antonio Campo Dall’Orto e malvoluta da sempre dai burocrati romani. Ilaria Dallatana di Rai 2, invece, unica vera donna del mestiere tra i tre, ha il 50% di possibilità di rimanere al suo posto fino alla fine del mandato. Vedremo cosa deciderà il nuovo direttore generale Mario Orfeo, che nelle prime uscite pubbliche ha dato dimostrazione di non sentirsi a proprio agio nell’ambito Intrattenimento.

Se Atene piange, Sparta non ride. Già, perché Mediaset ha problemi di conti economici. Il tiro mancino di Vivendi, che si è tirata indietro non rispettando gli accordi, ha creato un pesante buco in bilancio, bloccando di fatto alcuni progetti già ai blocchi di partenza. Ma soprattutto non ha risolto il problema Premium, che da anni è il cruccio di Piersilvio Berlusconi. A Cologno Monzese devono decidere cosa fare della pay tv, considerando che fra un anno non ci sarà più la Champions League in esclusiva e anche la Serie A è a rischio.

Le lungaggini della giustizia italiana, come previsto e sperato dal filibustiere Vincent Bolloré, potrebbero portare Berlusconi a decisioni drastiche, per rimettere in carreggiata i conti e concentrarsi definitivamente sul vero core business aziendale: la tv generalista. Per una volta, quindi, i riflettori dei palinsesti saranno puntati sui dirigenti e non sulle star del piccolo schermo.

 

Twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto, da sinistra, Piersilvio BerlusconiMario Orfeo)