Pubblicato il 19/06/2017, 17:33 | Scritto da Tiziana Leone

Il nemico è dietro la tastiera, nascosto in tante Connessioni pericolose

La serie in otto episodi di Connessioni pericolose, al via domani alle 22 su Crime + Investigation, racconta il mondo del cybercrime in modo spietato e dettagliato

Ragazzine di dodici anni, schiave del video, dodici ore davanti al computer, adescate da chi con moglie e figlio a casa cerca sulle strade del web “foto soddisfacenti”, che solo un minore può mandare. Perché il minore lo circuisci, poi lo ricatti e lo pieghi alle tue schifose perversioni infilandolo in un vortice da cui non uscirà nemmeno da adulto. Anche se avrà il coraggio di denunciare, di parlare davanti a una telecamera e ascoltare le parole di scuse dell’adulto che gli ha reso la vita un inferno semplicemente «perché non mi rendevo conto che dietro a un computer ci fosse una persona vera a cui stavo rovinando la vita».

E il paradosso è che mentre ragazzine come Alia, diciassette anni, costretta a mandare foto e video porno perché il ricatto di vedersi “sputtanata” sul web la infilava in una strada senza uscita ci mettono la faccia, mostrano in tv il loro dolore e le loro lacrime,  l’essere orrendo che ha scatenato tutto questo se ne resta nel suo anonimato, tra un volto oscurato e la voce contraffatta, senza che nessuno conosca la sua faccia da pedofilo, tutelato da una legge che l’ha mandato in carcere per sei anni, ma che gli permette comunque di vivere sereno la sua nullità.

Non è facile guardare Online – Connessioni pericolose, la nuova produzione originale A+E Networks Italy, realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato, in onda da domani alle 22 su Crime+Investigation (Sky canale 118). Non è facile perché la realtà è dietro a ogni tastiera, dietro a ogni social network, dietro a ogni richiesta di amicizia che arriva da Facebook e la paura che possa toccare a una figlia che si ha in casa, giovane, adolescente e convinta che il mondo sia un posto bello è giusto lì accanto.

In otto episodi, la serie, condotta dalla giornalista Elena Strementinoli attraversa i tanti crimini che si consumano in rete, toccando casi celebri come quello di Tiziana Cantone o Carolina Picchio, entrambe morte suicide dopo la diffusione dei loro video in rete, o di Andrea Spezzacatena, il quindicenne bullizzato per la sua presunta omosessualità e indotto a togliersi la vita.

«Ma racconteremo anche storie minori, raccontate dalle cronache locali – sottolinea la giornalista – Casi che ci sono stati segnalati dalla polizia postale, uniti da una caratteristica: la solitudine di queste ragazze. Solitudine che finisce nel momento in cui decidono di denunciare e di non vergognarsi più». «Purtroppo ci sono stati casi di ragazze, ma anche di adulti, devastati dall’uso distorto della rete – sottolinea Nunzia Ciardi, direttore del servizio polizia postale e delle comunicazioni – Il nostro compito è quello di limitare i rischi che corrono sul web, rischi che riguardano soprattutto i giovani».

E proprio ai giovani è indirizzato lo spot di utilità sociale con l’hashtag #nonperdertinellarete in onda sui canali A+E Networks Italia e sulla piattaforma Sky e che dal prossimo anno scolastico varcherà anche le porte degli edifici scolastici per una compagna che vedrà coinvolta anche la polizia postale. «Sappiamo che questo genere di programmi trovano ampio spazio nei palinsesti delle tv generaliste – conclude Sherin Salvetti, direttore di Crime + Investigation – Ma il nostro racconto è fatto con attenzione e ricerche legali molto accanite in compagnia di magistrati e investigatori».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Elena Strementinoli)