Pubblicato il 15/06/2017, 19:30 | Scritto da Gabriele Gambini

Chopped Italia su Food Network: la sfida tra innovazione e tradizione

Chopped Italia su Food Network: la sfida tra innovazione e tradizione
TvZoom ha visitato in anteprima il set di Chopped Italia, cooking show condotto da Gianmarco Tognazzi in onda a settembre su Food Network.

Chopped Italia è l’adattamento italiano proposto da Food Network di un format internazionale che solo negli USA vanta ben 35 stagioni

La situazione è la seguente. Ci sono i cestini della dispensa che contengono quattro ingredienti per ogni portata, alcuni tradizionali, altri così strani che un Joe Bastianich chiederebbe, con accento yankee: «Vuoi che muoro?», Bruno Barbieri invece si adonterebbe di fronte al potenziale mappazzone. Ma qui non siamo nella cucina di Masterchef, siamo in quella di Chopped Italia. Laddove Masterchef è un classico, una Gioconda leonardesca, Chopped è un rompischemi, somiglia a un quadro cubista.

Il talent show gastronomico di Food Network (canale 33 del DTT), adattamento italiano prodotto da 3Zero2 di un format internazionale distribuito negli USA, in Canada, in Sudafrica, arriva in tv a settembre con la conduzione di Gianmarco Tognazzi. Già qualche mese fa l’attore aveva raccontato ai nostri microfoni la passione per la cucina ereditata dal mitico papà Ugo: «Mio padre, negli anni sessanta, con i suoi esperimenti ai fornelli aveva anticipato il filone cooking show che sarebbe esploso quarant’anni dopo». E la sperimentazione, affiancata da una doverosa attenzione per i prodotti tipici della tradizione italica, è l’ingrediente su cui punta il format. Che ha un ritmo sincopato – nell’arco di un’ora, 4 concorrenti si sfidano per cucinare diversi piatti, con un tempo ben preciso per ciascuna prova – e fa leva sulla creatività dei partecipanti nell’assemblare materie prime all’apparenza incompatibili. Ma niente azzardi da manicomio. I concorrenti sono stati selezionati tra chef e cuochi professionisti e tra food blogger tra le più quotate, sanno il fatto loro. Ogni puntata, inoltre, è autoconclusiva, come se si trattasse sempre di una finale. Al vincitore dell’episodio, un premio e la benedizione di un terzetto di giurati con le carte in regola per innescare qualche tormentone linguistico.

I giudici sono: il dandy Philippe Leveillé – il pubblico televisivo lo ricorderà anche per l’avventurosa partecipazione a Pechino Express – chef abituato a far da ponte tra cultura francese e italiana, il tatuato Misha Sukyas, aria da rocker e abitudine alla contaminazione globale delle cucine, e la campana Rosanna Marziale, nomen omen, la chef più guerresca nell’emettere verdetti senza via di scampo. Noi di TvZoom siamo stati negli studi in cui si registra il programma. Abbiamo visto una scenografia hi-tech, una dispensa, assicurano dalla produzione, ricca di ingredienti freschissimi già preparati per essere utilizzati nel ristretto tempo a disposizione di ogni prova, e qualche piccolo orto verticale, suggestione botanica ottenuta dalla sovrapposizione delle fasce grezze di alluminio usato per la produzione delle veneziane e riempite di spezie, verdure e frutta di ogni genere. Il logo di Chopped rimanda al titolo: un coltellaccio appetitoso usato per tritare gli alimenti. Forse anche per tritare i concorrenti, a giudicare dalla tensione pre-gara. E mentre Philippe  Leveillé  si aggirava per gli studi, gli abbiamo chiesto quale, tra i suoi illustri colleghi, sfiderebbe in una competizione gastronomica. Lui ha nicchiato, poi ha sorriso, e ha rilanciato la posta: «Un giorno proposi ad alcuni giornalisti di venire nel mio ristorante e assaggiare a occhi chiusi alcuni piatti per  indovinarne il contenuto. Nessuno ha avuto il coraggio di accettare…». In cucina e in tv, le sfide non finiscono mai. Le buone forchette e le penne acuminate sono avvisate.

Gabriele Gambini

(nella foto, Gianmarco Tognazzi e i giudici di Chopped)