Pubblicato il 26/05/2017, 11:34 | Scritto da La Redazione

Diritti Tv: oggi il bando per il triennio 2018-2021 di Serie A

Diritti tv, i bandi decisi dalla Lega di A per 2018-2021

Rassegna stampa: La Repubblica, di Fulvio Bianchi.

Sarà pubblicato  venerdì 26, il bando relativo all’assegnazione dei diritti audiovisivi del campionato di serie A per il triennio 2018-2021. A comunicarlo, al termine di un’assemblea durata quasi cinque ore, è stato il commissario delle Lega di A e presidente della Figc Carlo Tavecchio. «È stata una riunione complicata, ma importante, che però dopo un confronto serrato ha trovato un una sintesi nella decisione di pubblicare un bando, nel quale saranno contenute tutte le offerte», ha spiegato il numero uno del calcio italiano. Alla quarta votazione, dove bastava la maggioranza semplice, sono stati 13 i club a favore, gli altri si sono astenuti.

Nessuno ha votato contro. «La struttura del bando ha tenuto in considerazione le indicazioni dell’Authority, pensiamo che sia una struttura interessante sia per il mercato che per la Lega stessa», ha commentato il subcommissario della Lega Serie A, Paolo Nicoletti, che ha anche confermato come il termine ultimo per la presentazione delle offerte sarà antecedente la data in cui potranno essere aperte le buste per la Champions League, ovvero il 12 giugno. A proposito invece di un possibile ruolo del regista Paolo Sorrentino nello sviluppo dell’immagine della Serie A all’estero, Nicoletti ha ammesso che «se ne è parlato».

La Juve si è astenuta, come altri club come la Roma: il motivo? Forse una fretta eccessiva nel fare il bando d’asta. I club comunque puntano a 1400 milioni all’anno, Infront ha messo fretta a tutti e dato però buone rassicurazioni (deve comunque pagare un minimo garantito di un miliardo all’anno). Secondo quanto risulta, i club hanno sciolto la questione della modalità di assegnazione delle licenze adottando un sistema per pacchetti di tipo misto (per piattaforma tecnologica e per prodotto) e quindi sostanzialmente andando incontro a quelli che erano i desiderata espressi dall’Antitrust. La scadenza della gara si sovrappone con quella dell’asta per i diritti per l’Italia della Champions League e dell’Europa League anch’essa fissata per il 12 giugno. Una volta ottenute le offerte, la Lega di Serie A avrà dieci giorni, secondo le richieste Antitrust, per procedere all’assegnazione.

«Tennis tavolo, si deve rivotare»: dopo la canoa, si apre un nuovo caso
Dopo la canoa, torna alle urne anche il tennis tavolo? C’è un ricorso del candidato Bruno Di Folco al collegio di garanzia di Frattini che mette in dubbio la regolarità delle elezioni che si erano tenute lo scorso anno, il 13 ottobre, a Terni. Aveva vinto Renato Di Napoli, napoletano di nascita e torinese d’adozione, diventando così il nuovo presidente della Federazione Italiana Tennistavolo. Il precedente n.1, Franco Sciannimanico, in carica dal 2004, da tempo aveva annunciato che non si sarebbe più ricandidato. Nell’assemblea elettiva Di Napoli-ex giocatore ed e vicepresidente vicario- si era imposto a fatica: il nuovo presidente aveva ricevuto 4.909 voti, pari al 51,5%, a fronte dei 2.653 (27,9%) di Bruno Di Folco e dei 1.965 (20,6%) di Alberto Vermiglio, gli altri due candidati. Schede bianche, 47. Di Folco aveva sentito puzza di bruciato sin dall’inizio, tanto che aveva scritto il 3 ottobre 2016, prima ancora dell’assemblea, al presidente Malagò, manifestandogli tutti i suoi dubbi sul sistema elettorale.

Malagò, il 6 ottobre, gli aveva risposto che “quanto da lei indicato sarà per quanto di competenza oggetto di verifica da parte dell’Ufficio di Presidenza all’uopo nominato dall’Assemblea alla quale, le comunico, parteciperà quale rappresentante del Coni il dottor Antonello de Tullio”. Una curiosità: lo stesso Antonello de Tullio era presidente della assemblea elettiva della Federcanoa, e sappiamo com’è finita (si va a rielezioni). Ma torniamo al tennis tavolo: Di Folco ha fatto esposti al tribunale federale e alla corte d’appello federale della Fedetennistavolo che hanno respinto le sue istanze giudicandole “tardive”. Ora si pronuncerà la Commissione di garanzia di Frattini, ma non è detto che la vicenda si esaurisca nelle aule della giustizia sportiva.

Cosa contesta Di Folco? «È stata un’assemblea (presidente Ravà, n.1 dei cronometristi) davvero strana: la commissione verifica poteri ha accettato deleghe non presentabili, fotocopie senza firma e senza timbro. Inoltre, cosa mai successa, due società sono state fatte votare due volte. Proprio così, si tratta di un club di La Spezia e del Castel Goffredo, società legata all’attuale presidente e al vecchio e che conta per il 4%. Un componente la commissione scrutinio si è subito dimesso. Basta pensare che Di Napoli ha vinto con solo 113 voti in più del quorum. Abbiamo i filmati della assemblea. Sono passati sette mesi e una settimana dalle elezioni ma io non mi arrendo: alla canoa vanno a rivotare, la stessa cosa deve succedere al tennis tavolo. Ricordo inoltre che la Federazione tennis tavolo ha un bilancio di 4 milioni e sono soldi pubblici: ci vorrebbe più attenzione.». Si vedrà come finirà questa vicenda che potrebbe avere anche risvoli penali. Per quanto riguarda la Fick, Federcanoa, il 31 maggio il Coni nominerà un commissario che dovrà stabilire quando rivotare: Buonfiglio propone i primi di agosto, Antonio Rossi (che è appoggiato dalla Lega Nord) per settembre-ottobre.

Buonfiglio ha intanto annullato il consiglio federale previsto per oggi ma qualcuno potrebbe contestare le delibere prese in precedenza e forse anche il fatto che il n.1 della Canoa ha votato alle elezioni Coni. Molte Federazioni in questi anni sono state commissariate, anche durante la gestione Petrucci: sport equestri, pentathlon, hockey su prato, danza sportiva. Sono successe anche cose molto gravi. Qualcosa, evidentemente, non funziona nei controlli. Ci sono sospetti su alcune Federazioni: quanti sono realmente i tesserati che fanno attività? E le società fasulle? Ricordiamoci che le Federazioni maneggiano (anche) soldi pubblici. E’ vero che sono autonome, ma forse il Coni dovrebbe fare maggiore pressing, spazzando via anche i conflitti di interessi, davvero imbarazzanti in qualche occasione. Di sicuro Malagò metterà mano a regolamenti, statute, norme, eccetera: le prossime elezioni saranno più trasparenti. E ci sarà un software del Coni uguale per tutti. Per fortuna. Per evitare tentazioni di votare due volte.

«Anche il Coni deve avere un limite di tre mandati»
Si trascina fra discussioni e contestazioni ed emendamenti alla VII commissione della Camera il progetto legge sul limite ai mandati. Ormai c’è poco tempo per andare in aula e si rischia di dover ricominciare da capo (vedi Spy Calcio del 22 maggio). Nell’ultima seduta la relatrice, on. Maria Coscia (Pd), ha rimarcato «la necessità di procedere con celerità all’approvazione della proposta di legge in considerazione del fatto che un suo rinvio al Senato, che ha in calendario diversi provvedimenti, potrebbe comprometterne il completamento dell’iter prima del termine della legislatura. Ricorda che i problemi sollevati dai colleghi, erano già emersi nel corso del precedente dibattito. Quanto al numero dei mandati, sottolinea che i soggetti ascoltati in audizione hanno evidenziato l’opportunità di prevedere una durata degli organi direttivi adeguata al contesto internazionale di molti eventi sportivi.

Per questo è opportuno che anche ai vertici del Coni siano assicurati tre mandati (ora sono due, ndr). Ricorda che, in ogni caso, la proposta di legge ha il merito di aver introdotto un limite ai rinnovi dei mandati per le Federazioni, finora assente. Conclude, rinnovando l’invito al ritiro delle proposte emendative». Il Pd spinge per 3 mandati, come il Cio. Lega Nord e 5Stelle ne vogliono solo due. Ma gli spazi per approvare il disegno di legge ormai sono sempre più ristretti: è anni ormai che si parla di questo progetto di legge e il mondo della politica non fa certo una bella figura.

Serie B senza numero legale, il commissario sempre più vicino
Per la terza volta in due mesi manca il numero legale (15 club su 22) all’assemblea della Lega B convocata per l’elezione del presidente. Oggi a Milano si sarebbero presentate solo 13 società. Assenti la Salernitana di Claudio Lotito (secondo indiscrezioni avrebbe fatto su e giù fra il secondo e il quarto piano, dove è in corso l’assemblea della Lega Serie A), e i club che fin qui hanno sostenuto la sua candidatura (Vicenza, Perugia, Verona, Ternana, Carpi, Novara, Trapani, oltre al Latina, che dopo il fallimento dovrebbe ripartire dalla Serie D. Sono comunque riuniti informalmente i club presenti, incluso lo Spezia del vicepresidente di Lega, Andrea Corradino, che nei giorni scorsi si è candidato alla guida della categoria.

Gualtieri invece aveva ritirato la sua candidatura e Lotito, constatato che non ha i voti necessari per diventare presidente (ne servirebbero 12 in 3a votazione), ora fa ostruzionismo anche lui. Domani, venerdì, consiglio federale a Roma: la Figc darà un ultimatum alla Lega di B sino al 10 giugno, poi arriverà il commissario (probabile Cosimo Sibilia) come in A. Un brutto quadro con la Lega Pro che oggi ha annunciato che non partiranno i campionati se non cambieranno le cose (cioè se non arriveranno i soldi). E Gravina è pronto a dimettersi. La paralisi totale dl sistema calcio.

 

(Nella foto un momento di Napoli-Juventus)