Pubblicato il 24/05/2017, 19:31 | Scritto da Tiziana Leone

Caso Insinna: chi in tv è senza colpe scagli la prima pietra

Dopo il video trasmesso da Striscia la Notizia in cui il conduttore sbraita contro tutti, è giusto chiedersi fino a dove si spinge il falso moralismo in tv

Non siamo qui per scrivere da che parte stiamo. Striscia la notizia o Flavio Insinna? A ciascuno la propria ardua sentenza. Ma per scrivere che in televisione non c’è più una regola forse sì. Perché di liti dietro le quinte, di scazzi a telecamere spente, di urla nelle stanze degli autori, di parolacce negli uffici dei dirigenti ne abbiamo sentiti tanti. E non siamo qui a fare l’elenco dei santi che le nostre orecchie hanno sentito tirare giù dal paradiso da bocche che predicano il credo della famiglia, no, perché ne abbiamo sentite, ma per chiedere a chi è senza peccato di scagliare la prima pietra. Antonio Ricci compreso. Nessun conduttore in tv porta l’aureola, per il semplice fatto che la tv non è il paradiso, si avvicina più al purgatorio del sentimentalismo, finché non finisce nell’inferno della vendetta.

Quella che ieri si è consumata con anni di ritardo ai danni di Insinna. Perché quel video diffuso dalla banda di Ricci è vecchio di anni, registrato e tenuto da parte per far deflagrare il buonismo a ogni costo del conduttore. Parla sempre da uomo perbene, figlio mammone che rinuncia alle nozze e vai a sapere perché, che regala barche a quegli immigrati da difendere, pronto in ogni caso a vestirsi da scimmione quando c’è da tifare Italia nelle competizioni musicali. Conduttore da alti compensi, pronto si è detto a emigrare a Mediaset vista l’aria da poche lire che tira in Rai. E ora che Striscia lo ha sputtanato con il mondo intero, sarà ancora disposto a saltare il confine e lavorare in quella stessa azienda che lo ha scalzato dal cavallo di Viale Mazzini e lo ha infilato diretto in quello di Troia?

Chi ha inviato quel filmato a Striscia era qualcuno che aveva accesso all’audio di Affari Tuoi, perché il video e il sonoro sono stati registrati non in studio, ma fuori, nei corridoi, con Insinna che ha commesso il più grosso peccato originale per chi fa tv: parlare a microfono acceso. E se anche Striscia ribadisce che l’audio non è rubato, ma preso in studio, chi ha registrato anni fa quello scazzo epico l’ha inviato al nemico numero uno che l’ha tirato fuori solo ora, chissà magari per colpire il conduttore che a #cartabianca si è infilato in quel terreno minato che è l’immigrazione ma la vendetta nel piccolo schermo non conosce limiti.

La tv macina e spala vagonate di feccia dalla mattina alla sera, mentre sul web i maggiori quotidiani pubblicano foto di sorelle di attentatori scambiate per modelle. Dunque ci risiamo: chi scaglia la prima pietra? Se vogliamo fare i moralisti allora riprendiamo la storia delle russe della Perego, infiliamoci Insinna che sbrocca, frulliamo il tutto con un Consiglio di amministrazione che boccia il piano dell’informazione guidato da Milena Gabanelli, la numero uno del giornalismo televisivo, condiamolo con un pizzico di Bruno Vespa che si dichiara artista e non giornalista e chiudiamo il tutto nella scatola dei pacchi. Tanto poi ci pensa Ricci a mandare in onda quel che esce da lì dentro.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Flavio Insinna)