Pubblicato il 15/05/2017, 11:32 | Scritto da La Redazione

Eurovision e Gabbani: delusione e polemiche

Europolemiche sul Karma Gabbani: un po’ di delusione c’è per l’Eurovision

Rassegna stampa: Corriere della Sera, di Renato Franco.

Kiev Deluso ma non troppo. Per colpa di media e bookmaker Francesco Gabbani aveva finito per crederci, ma la sua Occidentali’s Karma è rimasta bloccata alla frontiera di Sanremo. L’Eurovision Song Contest dall’Ucraina si è avvicinato all’Italia ma poi ha preso la via del Portogallo. «Sono sincero — riflette Gabbani —, l’aspettativa era alta e un pizzico di delusione c’è. Però il bilancio di questo Eurovision è comunque soddisfacente. Ho avuto la possibilità di far ascoltare la mia canzone a un pubblico molto ampio e la risposta è stata positiva». Anche lui, esclusa la sua, avrebbe votato per la canzone portoghese: «Un brano emozionante e classico, per certi versi non di grande contemporaneità, ma che si avvicina molto al mio gusto personale».

Nella classifica del contest musicale organizzato dall’Unione Europea di Radiodiffusione contano anche le alleanze «regionali» che sono spesso evidenti. Grecia e Cipro ogni anno si danno reciprocamente i voti più alti, così come gli stati nordici e baltici. San Marino invece ha tradito l’Italia: la giuria ha lasciato solo 3 punti a Gabbani contro i 12 (il massimo) dati al vincitore portoghese Salvador Sobral. La ritorsione è subito arrivata con una rappresaglia via Internet: la pagina di Wikipedia è stata manomessa («San Marino occupa abusivamente il territorio italiano») e poi bloccata dagli amministratori per evitare altri attacchi goliardici. «Non mi aspettavo niente da nessuno, però sicuramente non sono stati carini, se non altro per l’affinità territoriale e culturale che ci lega», commenta Gabbani. Un affetto sofferto quello tra i due Stati: negli ultimi anni San Marino è passata dai dodici punti a Gualazzi, allo zero rifilato a Emma, dal dieci a Il Volo al quattro a Mengoni.

Carlo Romeo, direttore generale della San Marino Rtv, respinge la polemica al mittente in tre punti: «Primo: il voto di scambio è proibito dal regolamento dell’Eurovision e chi venisse sorpreso a fare accordi sottobanco verrebbe squalificato. E io sono contro il voto di scambio. Secondo: è vero che nominiamo noi la giuria, ma la giuria è autonoma e non riceve indicazioni o pressioni. E tanto cani non devo essere stati questi giurati visto che hanno scelto la canzone che poi ha vinto. Terzo: anche l’Italia non vota quasi mai per San Marino. E nessuno solleva discussioni e obiezioni. Questa reciprocità vale solo a senso unico?». Anche gli inglesi sono stati poco teneri con Gabbani (e la sua scimmia) con un tweet postato sul profilo della Bbc dedicato al Festival: «Torna in Italia, sei ubriaco». A parte che si potrebbe rispondere che i professionisti in materia sono loro, Gabbani ride ma non troppo: «Mi dispiace che siano rimasti in superficie e non abbiano avuto voglia di approfondire il testo. Ma è un problema loro». Un problema potrebbe anche averlo il disturbatore avvolto nella bandiera dell’Australia che durante la diretta di sabato si è abbassato i pantaloni: il senso ucraino dell’umorismo è in sintonia con la basse temperature e il brillantone rischia cinque anni di carcere.

L’Eurovision ha acceso i social, ma anche la televisione. Il testa a testa con «Amici» dimostra che è cresciuto nella considerazione del pubblico televisivo: gli ascolti rispetto a un anno fa sono saliti di tre punti di share e sabato sera il live da Kiev ha raggiunto il 20,1% di share (meglio di «Amici» che si è fermato al 19,8%) con 3 milioni 741mila spettatori (qui meglio «Amici» che ne ha fatti 7mila in più). L’anima popolare, colorata, solidale dell’Europa — di quello che l’Europa vorrebbe essere e non riesce a essere per le troppe tensioni sociali ed economiche — trova nell’Eurovision un evento che abbraccia 200 milioni di spettatori, numeri mondiali.

L’Eurovision è anche uno strano prodotto ibrido, come fosse un «X Factor» per famosi: partecipano cantanti che sono celebri nel loro Paese, ma che sono sconosciuti in tutti gli altri 43 in gara. È una finestra sulla musica europea, una macchina tecnologica (con il suo megaschermo a led di mille metri quadrati), un format che funziona. Il meccanismo di voto ha una grammatica televisiva decisamente contemporanea, perché la lunga (dura circa 45 minuti) conta finale dei punteggi riesce a non limitarsi a un noioso elenco, grazie alla classifica che cambia in continuazione, prima con i voti delle giurie, poi con quelli del televoto. Un modello da studiare anche per Sanremo.

 

(Nella foto Francesco Gabbani)