Pubblicato il 12/05/2017, 18:35 | Scritto da Gabriele Gambini
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Video – Miriam Leone: In 1993 racconto la tv di quegli anni

Miriam Leone: “Di quegli anni, da siciliana, ricordo molto bene le stragi di mafia”

In 1993 Miriam Leone è Veronica Castello, la diva tormentata, vittima e carnefice, la «puttana triste di De André», che nel capitolo precedente avevamo visto sgomitare per emergere nel mondo dello spettacolo, facendo prendere una sbandata al deputato leghista Pietro Bosco, interpretato da Guido Caprino. La sua attitudine non è cambiata ma, dietro alla maschera glamour fatta di lustrini e pailettes, affiorano sempre di più le ombre di un’esistenza dark spinta al limite: cocaina, relazioni finte, paura del tempo che passa.

Eppure, nella dicotomia schizofrenica fama-disperazione, Veronica diventa il filtro con cui la serie racconta uno spaccato di tv commerciale dell’epoca. Una televisione che è medium dominante, fatta di soubrette sgambettanti al Bagaglino («Ogni coreografia è stata ricostruita attingendo fedelmente dalle originali», dice Miriam Leone), di intuizioni geniali nella loro sfavillante genuinità, se rapportate al mondo di oggi.

Ma una tv dove, come accade in ogni era e in ogni campo, la competizione sa essere diabolica, presentando conti da pagare salati a chi cerca facili scorciatoie. Come racconta l’attrice ai nostri microfoni, ricordando il suo personale 1993: «Ero molto giovane, oltre ai cartoni animati, ricordo bene le stragi di mafia. Da siciliana fui toccata dagli eventi, che mi servirono a farmi capire da subito da che parte stare».
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Gabriele Gambini

 

(Nella foto Miriam Leone)