Pubblicato il 10/05/2017, 17:32 | Scritto da Tiziana Leone
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Mariangela Melato senza retorica, Rai Storia ricorda l’attrice così

In tre puntate al via questa sera su Rai Storia, Mariangela! racconterà Mariangela Melato senza retorica e soliti cliché

Ognuno ha la sua Mariangela. La sorella. L’amica. Il suo compagno di una vita. Il collega. Il regista. A ciascuno il proprio aneddoto, per rimettere insieme i pezzi di quel magnifico puzzle che è stata la vita di Mariangela Melato, protagonista di tre puntate intitolate semplicemente Mariangela!, in onda su Rai Storia da oggi alle 21.10. Un puzzle cucito insieme da Fabrizio Corallo, narrato da Lella Costa e costruito da tanti racconti, a cominciare da quello di Renzo Arbore, compagno di vita e amico fraterno dell’attrice. Tra filmati in bianco e nero e ricordi di oggi, Arbore dipinge la sua Mariangela.

«Le tre puntate raccontano un’attrice dal talento ineguagliabile, perché Mariangela ha fatto il teatro classico e quello d’avanguardia, cinema brillante e varietà, ha cantato e ballato, lavorato con registi importanti. Non ho mai sentito parlare male di lei da nessuno, e non ho mai sentito Mariangela parlare male di nessuno, era la sua superiorità straordinaria di attrice e di donna». Impossibile non fare in conti con la commozione per Arbore che quando ricorda la sua Mariangela deve lasciare il microfono ad altri, perché la voce inevitabilmente si rompe. Accanto a lui c’è Pupi Avati, il regista che la scelse per il suo film Thomas e gli indemoniati dopo un provino che andò così: «Feci mille provini per scegliere una ragazza milanese, bionda, alla Grace Kelly. I miei collaboratori mi dissero di averla trovata, ma nel primo giorno di set in una Chiesa sconsacrata di Ferrara vidi entrare una donna mora e con i capelli ricci. Le chiesi: “Scusi ma lei chi è?” Mi rispose: “La mia amica non è potuta venire, ha mandato me”. Io già mi sentivo sminuito per l’insuccesso del film precedente, il fatto che gli attori mandassero dei loro sostituiti era una dimostrazione di sfiducia totale. La cacciai via, ma la troupe mi continuava a dire che lei era rimasta seduta lì fuori. Era freddo in autunno a Ferrara, decisi di uscire a salutare questa pazza, così alla fine le diedi la parte. La mattina dopo sul set capii che quando lei recitava dentro al mio cinema entrava la verità».

I ricordi si infilano anche nella valigia con cui la Melato entrò in scena in una Canzonissima condotta da un giovane Pippo Baudo e finiscono diretti nel tinello di casa dove con la madre e la sorella Anna ballava il tango. «La vera capacità del ballo in casa nostra era di mia madre, lei faceva le gare di tango dall’età di vent’anni e appena mio padre andava al lavoro, spostava il tavolo della cucina e ci mettevamo tutte e tre a ballare – ricorda Anna – Solo che Mariangela era aiutata da mia madre, io non avendo appigli mi attaccavo all’anta della credenza che mio padre ogni sei o sette mesi tentava di riparare». «Mariangela ha reso familiare e non supponente la perfezione – ricorda l’amica di una vita Annabella Cerliani – Ho avuto la fortuna di convivere con un astro sentendomi suo pari». Oltre a ricordare e celebrare la vita della Melato in tv, Arbore si augura che si faccia qualcosa di concreto anche per il suo lavoro in teatro, cui l’attrice ha dato anima e corpo.

«L’ultimo lavoro teatrale che ha fatto Mariangela è stato al Teatro Valle, si intitolava Il dolore. Era un monologo durissimo di un’ora e mezza: Mariangela condivideva il dolore personale che aveva dentro. Un’ora e mezza di monologo cui si aggiungeva un’ora e mezza di camerino dove lei riceveva gli ammiratori e i colleghi. Perciò ho proposto che a Mariangela Melato possa essere intestato il teatro Valle. La sua è stata l’ultima rappresentazione prima che venisse occupato».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Mariangela Melato)