Pubblicato il 09/05/2017, 19:30 | Scritto da Gabriele Gambini

Video – Simona Ercolani: Osservare gli italiani a tavola è molto interessante

Simona Ercolani: “La tecnica di ripresa si Italiani a tavola è la stessa di Gogglebox

Italiani a tavola (Food Network, canale 33 del DTT, ogni lunedì alle 20.10) con Roberta Capua, prodotto dalla Stand by me di Simona Ercolani, applica lo storytelling, meccanismo narrativo caro alla casa di produzione, a due aspetti cruciali della cultura nostrana: il cibo e la famiglia. L’affinità strutturale col fortunato Gogglebox di Italia 1 c’è, per lo meno nella tecnica. Si prende una fixed camera, la si piazza nella sala da pranzo di alcune famiglie italiane, diverse per latitudine, componenti, comportamenti, e si riprende ciò che accade quando si mangia, senza condizionamenti autorali.

La differenza rispetto a Gogglebox però sta nella resa finale. Qui i protagonisti delle riprese non commentano qualcosa di “altro da sé”, come un programma televisivo, ma si muovono in dinamiche interne, a loro molto congeniali: la preparazione dei piatti, il rapporto con i figli, il ruolo dei nonni, in un crescendo narrativo che offre spunti nuovi di puntata in puntata, con soluzione di continuità. Ottenendo un duplice scopo.

Da un lato, allestire un esperimento sociale che racconti le mura domestiche italiane per ciò che sono, e non per ciò che i luoghi comuni vorrebbero fossero. Dall’altro, fornire idee agli spettatori per ricette caserecce, senza il filtro adamantino di chef sussiegosi. Talvolta dando vita ad autentiche madeleine proustiane: «Ogni piatto ha una valenza simbolica,  per esempio, con le melanzane alla parmigiana ripenso alla mia infanzia e a quelle che cucinavano i miei familiari, riscuotendo un involontario senso di appartenenza», dice ai nostri microfoni Simona Ercolani. Che per il futuro di Stand by me non nasconde di pensare a un programma che documenti la realtà delle carceri minorili.

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Gabriele Gambini

 

(Nella foto Simona Ercolani)