Pubblicato il 08/05/2017, 13:31 | Scritto da La Redazione
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Kevin Bacon fa il bello e dannato nella nuova serie di Amazon Prime

Kevin Bacon: sex symbol ma solo in tv

Rassegna stampa: Corriere della Sera, di Stefania Ulivi.

«Essere l’oggetto del desiderio alle soglie dei sessant’anni? È fantastico, non posso certo dire che mi dispiaccia». I sessanta li compirà l’anno prossimo, ma Kevin Bacon ha iniziato a festeggiarli con uno dei ruoli più bizzarri della lunga e variegata carriera, costruita da metà anni 80 intorno alla decostruzione dell’idolo delle ragazzine da lui interpretato in Footloose. L’attore è protagonista della serie I Love Dick (su Amazon Prime Video dal 12 maggio), che Jill Soloway (la creatrice di Transparent) ha tratto dall’omonimo libro di Chris Kraus, uscito vent’anni fa, testo di culto della letteratura femminista Usa, una riscrittura al femminile delle leggi del desiderio. Una coppia si trasferisce a Marfa, nel profondo Texas: lui Sylvere (Griffin Dunne), storico, ha una borsa di studio per concludere una ricerca sull’Olocausto, lei, Chris (Kathryn Hahn), regista, è alle prese con le frustrazioni del mestiere. L’incontro con Dick, una specie di cowboy che fa lo scultore e abita in un ranch pieno di cavalli, da cui entrambi si sentono attratti, ribalterà l’equilibrio coniugale. «All’inizio — racconta Bacon — il mio Dick sembra fedele al doppio senso del titolo: un “cazzone”, macho e misogino, innamorato solo di se stesso. Ma poi attraverso lui si va più in profondità sui tabù in tema di sesso e sentimenti, più in generale su cosa voglia dire oggi essere uomini o donne».

Argomenti che nell’Usa di Trump sono attualissimi. 

«Viviamo un momento di cambiamento politico e culturale, in campo di relazioni tra sessi, rapporti di potere. L’uguaglianza è ancora un traguardo. Tante donne combattono per trovare spazio e rispetto. Non ci si può fermare».

Chi è Dick ai suoi occhi? 

«È un uomo di mezza età, popolarissimo nella sua cittadina, che si sta facendo delle domande sulla vita e su se stesso. Mi piacciono i personaggi colti di fronte a un bivio».

Jill Soloway ha detto che lei era l’unico attore credibile per la parte del sex symbol.

«Lo ripeto, è gratificante. Non conoscevo il libro. Mentre costruivamo il personaggio con Jill, abbiamo potuto andare sotto la superficie. E comunque per risultare l’oggetto del desiderio sulla scena non basta provare a essere sexy. Raccontiamo una storia che ha al cuore il desiderio, la passione, e il risultato è frutto di tante cose: atmosfera, luci, musica, gli altri attori».

Una ventina di anni fa il suo nome fu associato a un giochino, «Six degrees of Kevin Bacon», che ironizzava sulla celebrity mania. All’inizio lei si divertì poco, poi ha saputo trasformare l’eco quel tormentone in un progetto solidale. Che rapporto ha oggi con la fama?

«È anche uno dei temi di I Love Dick. Personalmente non posso pensare alla mia vita a prescindere dal fatto di essere famoso. Siamo onesti: non faremmo questo mestiere se non ci piacesse. Al 99% è positivo ma ogni tanto ti chiedi come sarebbe stata la tua vita. Io mi ritaglio comunque piccoli momenti di invisibilità».

L’anno prossimo festeggerà anche i 30 anni al fianco di sua moglie Kyra Sedgwick. Lei e vostra figlia Sosie, che fa la musicista, siete nel cast nel suo film di esordio alla regia «Story of a girl». Com’è essere diretti da lei?

«Un’esperienza bellissima. Sul set è a capo di tutto. Come succede anche a casa».

(Nella foto Kevin Bacon)