Pubblicato il 02/05/2017, 11:33 | Scritto da La Redazione

Ermal Meta e Francesco Gabbani protagonisti del concerto del 1 maggio

Concerto 1 maggio 2017, Ermal Meta e Gabbani infiammano la piazza

Rassegna stampa: Quotidiano Nazionale.

Roma, 1 maggio 2017 – «Non è con un concerto che si risolve il problema della mancanza di lavoro e gran parte della gente sotto il palco non ce l’ha un lavoro. Più che la festa dei lavoratori è quella dei non-lavoratori». Ermal Meta è uno degli artisti più attesi al ‘concertone’ del 1° maggio, insieme a Gabbani, BrunoriBennatoPlanet Funk. In piazza San Giovanni è calata la sera (e la pioggia) quando il cantautore, terzo a Sanremo 2017, impugna il microfono. Non solo per cantare. «Per cambiare la situazione bisogna scendere in piazza, l’Italia in questo ha la memoria corta – dice l’artista italo-albanese – Ma è anche la politica che deve impegnarsi, e la politica siamo noi. Sarò impopolare, ma servirebbe un patentino per andare a votare». Il  concerto di oggi è anche l’occasione per difendere il suo ruolo di coach ad Amici 2017, dopo le polemiche per l’addio di Morgan.  «I talent hanno sostituito le case discografiche nello scouting. Io mi trovo bene e cerco di fare al meglio il mio lavoro».

MIGLIAIA IN PIAZZA – Migliaia in piazza per lo show promosso dai sindacati Cgil, Cisl e Uil e trasmesso su Rai3 in diretta tv. Migliaia che non si sono fatti scoraggiare dalle misure di sicurezza messe in atto contro eventuali attacchi terroristici, né dal meteo. Nove ore di maratona musicale, condotta da Camila Raznovich con Clementino.

“NON DIMENTICHIAMO” – Il pomeriggio si apre nel segno del ‘non dimenticare’: «Non vogliamo dimenticare Portella della Ginestra, dove 70 anni fa 11 persone vennero uccise perché manifestavano per i propri diritti Non vogliamo dimenticare le mondine, che tra le prime lottarono per un salario più equo e dignitoso; non vogliamo dimenticare i lavoratori delle fabbriche, che ottennero le 40 ore lavorative e il sabato di riposo; non vogliamo dimenticare i giovani che lottano perché il precariato non sia una condizione immutabile; non vogliamo dimenticare la luce accesa sul caporalato; non vogliamo dimenticare chi oggi è qui con il diritto di lottare e il dovere di fare di questo Paese un Paese migliore».

I PROTAGONISTI – Quindi lo spazio è per i cantanti. Ci sono subito Après la Classe e i tre finalisti del contest 1MNEXT: Amarcord, Incomprensibile FC e Doro Gjat. Poi, come da scaletta Braschi, Geometra Mangoni, Ara Malikian, Rocco Hunt, Orchestra di Saltarello, Abruzzese, Mimmo Cavallaro, Teresa De Sio, Giovanni Guidi, Marina Rei, Artù, Ladri di Carrozzelle, Ex-Otago, Motta, Le Luci della Centrale Elettrica, Bombino, La Rua, Levante, Editors, Lo Stato Sociale. E ancora: gli attesissimi Francesco Gabbani, Brunori Sas, Ermal Meta appunto, Edoardo Bennato, Maldestro, Fabrizio Moro, Samuel, Planet Funk, e a chiudere i Public Service Broadcasting.

VIOLINI PER BELLA CIAO – Un’inedita versione di ‘Bella ciao’ a suon di violini ha fatto ballare le decine di migliaia di persone in piazza. I violini erano quelli del gruppo musicale libanese guidato da Ara Malikian che ha eseguito una performance sorprendente che ha entusiasmato la folla.

STATO SOCIALE CONTRO POLETTI – Lo Stato Sociale tira in ballo il ministro Poletti e la sua uscita su lavoro e calcetto. «Mettete dei curriculum nei vostri palloni. Scegliete il lavoro che volete, non fatevi scegliere da qualcuno», dice la band portando sul palco palloni da calcio e gonfiabili con le scritte ‘chef’, ‘ricercatore’, ‘artista’.

GABBANI FA BALLARE – Gabbani pensa a divertire con la hit di Sanremo Occidentali’s Karma. La scimmia non c’è ma il pubblico si scatena ugualmente. Si canta poi sulle note di “Amen” e di “Tra le granite e le granate”, prima di un accenno al tema del giorno: “Il lavoro qualcuno ce lo deve pur dare…”, dice in vincitore di Sanremo. Al di là dell’impegno individuale serve la politica. Per Brunori Sas invece “è giusto di parlare di lavoro per il pane, ma anche di lavoro per se stessi”.

 

Finale a tutta musica con Planet Funk e Public Service Broadcasting.

 

(Nella foto piazza San Giovanni)