Pubblicato il 22/04/2017, 11:01 | Scritto da La Redazione

Rai, il governo salva le star

Rai, il governo salva le star
I compensi degli artisti saranno esclusi dal tetto di 240 mila euro. Così sul Corriere della Sera.

Campo Dall’Orto: «Le valutazioni rimandate al prossimo Cda»

 

 

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 56, di Renato Franco

 

Rai, il governo salva le star

I compensi degli artisti saranno esclusi dal tetto di 240 mila euro

Campo Dall’Orto: «Le valutazioni rimandate al prossimo Cda»

Il caso La decisione arriva dopo il parere espresso dall’Avvocatura dello Stato

“Non basta certo una letterina di Giacomelli, del ministero dello Sviluppo economico, per eludere la legge e assicurare, anche per i prossimi anni, alle cosiddette stelle della Rai maxi stipendi amorali e fuori dal mercato” Brunetta

 

Nessun tetto agli stipendi, in Rai si continua a stare all’aria aperta del libero mercato. E ormai in via di conclusione la vicenda sul caso del freno (240 mila euro lordi all’anno) ai compensi per gli artisti che lavorano per la tv di Stato. Dunque non verrà introdotto nessun vincolo per i conduttori di punta, da Fabio Fazio a Carlo Conti, da Antonella Clerici a Flavio Insinna, arrivando fino ai due Angela (Piero e Alberto). I contratti di prestazione artistica non sono inclusi nel perimetro di applicazione del limite ai compensi Rai previsto dalla legge: è questa la sintesi della lettera inviata dal Mise (ministero dello Sviluppo economico) alla Rai, nella quale si richiama il parere dell’Avvocatura dello Stato che prospettava forti dubbi sulla possibilità di applicare il tetto. Un passaggio importante che non chiude però definitivamente la questione e che non autorizza ancora il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto a dire che la faccenda è risolta. Sarà il prossimo consiglio di amministrazione (previsto il 4 maggio) a dover prendere una posizione chiara e definitiva in merito. Conferma Campo Dall’Orto: «È arrivata una lettera del sottosegretario Giacomelli che, ad una prima lettura, sembra consentire di trovare una soluzione positiva sul tetto ai compensi degli artisti. La vicenda però dovrà essere valutata in cda ed è in quella sede che si prenderanno le decisioni». Nella missiva indirizzata alla presidente della Rai Monica Maggioni e al direttore generale, il sottosegretario Giacomelli scrive: «A fronte della vostra richiesta di “una interpretazione puntuale” della norma, il governo si è tempestivamente attivato, richiedendo in proposito l’autorevole intervento dell’Avvocatura dello Stato. Il parere reso dall’Avvocatura conferma la piena legittimità della tesi che non include, nel perimetro di applicazione del limite, i contratti caratterizzati da prestazioni di natura artistica. Detto quindi che il parere dell’Avvocatura risolve il tema da voi sollevato, preme ribadire ancora una volta che questo non esonera gli organi di Rai dal dovere di individuare in un organico piano, criteri e parametri per la corretta e chiara individuazione dei “contratti con prestazioni di natura artistica”, dei meccanismi di determinazione della loro retribuzione e del loro valore in relazione agli obiettivi del piano editoriale». Spetta quindi alla Rai valutare i singoli casi esentati dal tetto ed è necessaria una sollecita determinazione dei criteri. Nessun vincolo per gli artisti, ma il limite rimane per i giornalisti che non potranno guadagnare più di 240 mila euro. E chi si muove in una via di mezzo? L’esempio calzante sarebbe Bruno Vespa che però da molto tempo (fin dal 2ooi) è legato alla Rai non più da un contratto giornalistico, ma da un accordo per prestazioni artistiche. Quindi per il conduttore di Porta a porta non cambierà nulla. Stesso discorso per Massimo Giletti: anche la sua Arena viene classificata come programma di intrattenimento. La temuta — da alcuni, non da tutti — fuga dei volti più noti verso altri lidi televisivi (Mediaset, Sky, Discovery) sembra dunque scongiurata. Non si chiudono però le polemiche. Il capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati Renato Brunetta — uno che non ha mai lesinato critiche a Viale Mazzini — attacca: «Non basta certo una letterina di Giacomelli, del Mise o di chicchessia per eludere la legislazione vigente e assicurare, anche per i prossimi anni, alle cosiddette star della Rai maxi stipendi amorali e fuori dal mercato. Se il governo e la maggioranza vogliono davvero che la televisione di Stato continui a foraggiare i portafogli di questi moderni paperoni faccia una scelta politica chiara davanti ai cittadini e al Paese: approvi una legge o un decreto legge che modifichi la norma attuale e che consenta a Viale Mazzini di sforare per alcune tipologie di collaborazioni il tetto di 240 mila euro annui». Chi mai — con i venti dell’antipolitica che soffiano così forti — presenterebbe una legge simile in Parlamento? Nessuno. Infatti le vie percorse sono altre.

 

(Nella foto, la statua equestre di Viale Mazzini)