Pubblicato il 13/04/2017, 17:32 | Scritto da Tiziana Leone

Boldrini: il potere dei social nelle mani di chi non dovrebbe usarli

Che siano politici o soubrette poco importa: chi si trova a gestire un account social dovrebbe pensare ben oltre i 140 caratteri consentiti, prima di postare qualsiasi pensiero

Una volta esistevano i comunicati ufficiali, vergati da almeno sette uffici competenti, con firme, timbri, correzioni e discussioni. Oggi ci sono 140 caratteri, un uccellino e la smania di twittare, concessa a tutti. Ti prendi uno smartphone, ti apri un account e cominci a dare aria ai pensieri, quasi sempre senza tener conto del fatto che ti leggeranno in tanti, inutilmente in troppi. Succede lo stesso sulle vie di Facebook, mentre su quelle di Instagram si consumano chili di fotogrammi per lo più di cosce, tette e culi postati nel migliore dei casi mentre si cucina, nei peggiori con i figli accanto a fare da belle statuine del politicamente corretto.

Il problema dei social è la libertà che molti non sono in grado di maneggiare con cura, a cominciare dagli stessi soloni della politica, pronti a twittare su tutto, dalla ricetta dell’amatriciana alle previsioni del tempo, perché come sempre piove governo ladro. Finché c’è un Gasparri che interviene sulla politica Rai, inutile quanto la pubblicità di Carlo Cracco durante MasterChef, va anche bene, ma è quando un Presidente della Camera prende la tastiera e sentenzia su programmi tv di cui probabilmente fino a cinque minuti prima ignorava l’esistenza che si intravede quella linea sottile tra il vorrei ma non posto. Linea passata in un tweet.

Laura Boldrini affossa Paola Perego. La Rai chiude il programma della Perego. La Perego umiliata e mazziata. Il marito della Perego, Lucio Presta, attacca per difenderla. Passano i giorni. La Boldrini twitta: «Chi scrive sul web deve sapere che dall’altra parte della tastiera c’è qualcuno in carne e ossa che riceve quel commento». Presta non perde l’occasione e replica: «Ci pensi allora quando attacca le persone perbene». La vendetta social è un piatto che va servito comunque freddo.

Lo sa Carlo Conti, costretto a chiudere il suo account Facebook per i continui insulti a mesi di distanza dalle polemiche sul suo compenso sanremese. Lo sa Enrico Mentana, uscito a gambe levate da Twitter, così come Fiorello, per poi ritornarci. I social non fanno prigionieri, che tu sia conduttore, politico o soubrette, bastano poche righe e la ghigliottina va giù. E non quella di Fabrizio Frizzi. Sui social volano gli stracci, per un’Alessia Fabiani che posta una foto senza abiti circondata da bambini altrettanto nudi, c’è una Caterina Balivo che fa battute sui gay che capisce solo lei, per un Christian De Sica che su Facebook dà della volgare a Milly Carlucci c’è un Giancarlo Magalli che dopo aver fatto dietrologia sul successo di Adriana Volpe è costretto a visitare i patri tribunali per una querela in più, per una Sonia Bonolis che pubblica scatti tra aerei privati e sciate a Cortina c’è una Asia Argento che dà della culona e fascista alla Meloni.

Sembrano invenzioni, invece è tutto tragicamente vero, tutto servito e scodellato sui social, a dimostrazione che molti farebbero molto meglio a tacere, ma purtroppo non hanno accanto una madre, una sorella, un’amica, un parente, uno assunto solo per quello che glielo faccia notare.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Laura Boldrini)