Pubblicato il 10/04/2017, 13:31 | Scritto da La Redazione

I Simpson compiono trent’anni

I Simpson compiono trent’anni
Era il 19 aprile del 1987 quando la rete tv americana Fox trasmise all’interno del Tracey Ullman Show la prima puntata della celebre serie a cartoni animati ideata da Matt Groening. Così Roberto Barbolini su "Quotidiano Nazionale".

Trent’anni di Simpson

Rassegna stampa: Quotidiano Nazionale, di Roberto Barbolini.

«È possibile che Bart Simpson rappresenti la perfetta incarnazione dell’ideale nichilista di Friedrich Nietzsche? Che il comportamento di Marge sia la realizzazione concreta della classificazione aristotelica delle virtù? Che la mentalità di Springfield sia frutto di un approccio decostruzionista al reale?». Quesiti mica da ridere, quelli proposti da I Simpson e la filosofia, una raccolta di saggi curata da William Irwin, Mark T. Conard e Aeon J. Skoble, edita in Italia da Isbn nel lontano 2005. Da allora la macina del tempo ha continuato a girare come il mulino di Amleto, Homer Simpson a oziare bevendo ettolitri di birra e divorando cibo spazzatura, eppure la saga politicamente scorretta di questa sgangherata famiglia americana ci ripropone immutate le domande scherzose ma non troppo che si ponevano i filosofi anche adesso che i Simpson (in originale: The Simpsons) s’accingono a compiere trent’anni.

Era infatti il 19 aprile del 1987 quando la rete tv americana Fox trasmise all’interno del Tracey Ullman Show la prima puntata della celebre serie a cartoni animati ideata da Matt Groening, che nel giro di due stagioni avrebbe conquistato il posto in prima serata. Si può sproloquiare all’infinito sulle ragioni di questo perdurante successo planetario, trasversale alle generazioni, ma la più semplice è forse la più persuasiva: i Simpson sono il nostro specchio di Calibano. Nel profondo, ci identifichiamo in questi antieroi dagli occhi sporgenti simili a uova sode e dalla pelle gialla come i cattivi del pianeta Mongo. Osserviamoli da vicino: accanto al corpulento e crapulento Homer, irresponsabile addetto alla sicurezza nella centrale nucleare di Springfield, ecco sua moglie Marge, scarpe numero 47 e torreggiante capigliatura blu cotonatissima. È la classica casalinga dolce e arrendevole, ma se le salta il ticchio può tramutarsi in una mina vagante fra debiti di gioco e pericolose chimere sentimentali.

Impudente e sfaticato, il figlio maggiore Bart si rivela fin dal nome, anagramma di «brat» che in inglese vuol dire monello: le sue bravate sesquipedali competono con le inarrivabili coglionerie di Homer. Che dire poi della secondogenita Lisa, coscienza «politicamente corretta» e dieteticamente ineccepibile della famiglia? La sua passione per la soia saltata e l’aria da prima della classe non bastano a renderla antipatica, dato che ama gli Stones e suona il sax. Con l’aggiunta della piccola Maggie, ultimogenita perennemente gattonante, d’un nonno simpaticissimo e bizzoso, nonché d’un cane genialmente nomato Piccolo aiutante di Babbo Natale (Santa’s Little Helper in originale), il ritratto di famiglia è completo.

Ma comprimari non meno esilaranti sgomitano per entrare nella foto di gruppo, dal draculesco capitalista Mr. Burns col suo lecchino ufficiale Smithers al pagliaccio Krusty, la faccia sporca dello show-biz; dall’occhialuto Milhouse amico di Bart al perbenista Ned Flanders, campione del diminutivo zuccheroso, che anziché «Salve!» dice «Salvino!» (ma a Salvini per fortuna non è ancora arrivato). Stemperatasi negli anni quel po’ di cattiveria, del resto assai inferiore a quella dei Griffin o di South Park, oggi I Simpson non ci appare tanto una satira dell’americano medio, quanto una moderna epica famigliare. E come tutti gli eroi epici – da quelli di Omero a Don Chisciotte – Homer & Co. sono universalmente esportabili nel grande mish-mash della cultura di massa. Non badate alla loro scorrettezza politica, alla volgarità a rutto libero o alla libidine consumistica. Dietro c’è una famiglia unita, dove tutti da trent’anni si vogliono un gran bene. E questo, dati i tempi, è davvero homerico.

 

(Nella foto I Simpson)