Autismo: grazie a Nicoletti e Sky per Tommy e gli altri. Rai non pervenuta
Tommy e gli altri è stato prodotto senza alcun finanziamento pubblico
Nel week end ho visto Tommy e gli altri, il documentario di Gianluca Nicoletti sull’autismo, partendo dalla sua esperienza diretta con il figlio Tommy, appunto. Il doc dovrebbe essere trasmesso in tutte le scuole, su tutte le reti, in tutti gli schermi accesi in questo momento: dalle metropolitane agli aeroporti, dai bar ai negozi. Nicoletti racconta la sua esperienza e quella di altre famiglie in giro per l’Italia con grande rigore giornalistico, condito dalla sua proverbiale ironia, e scritto poeticamente, come solo un padre colmo d’amore può fare.
Guardando Tommy e gli altri ci si commuove, si ride e troppo spesso ci s’indigna, nello scoprire per esempio che dopo i 18 anni un ragazzo autistico per la legge non è più malato. Per la legge? Sì, non per la scienza, non per un miracolo (per chi ci crede), ma per un protocollo compilato da qualche burocrate ignorante e gretto. Gianluca Nicoletti chiude il documentario con l’interrogativo più straziante che tutti i genitori di figli autistici si pongono: dopo di noi, come faranno i nostri angeli?
A questa domanda dobbiamo rispondere tutti noi, sensibilizzando più persone possibile, per costringere un altro burocrate a modificare quella legge assurda e a far sì che sia lo Stato a dare una risposta concreta, dignitosa, umana e civile a quella domanda lacerante. Inaccettabile, poi, che a trasmettere il bellissimo Tommy e gli altri non sia stata la Rai, ma Sky, che ancora una volta ha svolto il compito di servizio pubblico al posto della tv di Stato. In viale Mazzini, evidentemente, sono troppo occupati nel licenziare Paola Perego o nel gestire il litigio tra Giancarlo Magalli e Adriana Volpe, piuttosto che raccontare la storia di Gianluca Nicoletti e del figlio Tommy, e di altre migliaia di famiglie italiane. Fatevi tutti un favore: guardatelo. Grazie Nicoletti, grazie davvero.
(Nella foto Gianluca Nicoletti con Tommy)