Pubblicato il 31/03/2017, 15:05 | Scritto da La Redazione
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Massimo Giletti: Il tetto ai compensi potrebbe allontanare i big dalla Rai

Massimo Giletti: Il tetto ai compensi potrebbe allontanare i big dalla Rai
Il conduttore e l’ipotesi del tetto da 240 mila euro agli stipendi: «I volti dei programmi non sono intercambiabili. Hanno forza mediatica, credibilità, riconoscibilità». Così Renato Franco sul "Corriere della Sera".

Massimo Giletti: “No al tetto sui compensi Rai. Bisogna valutare costi e ricavi”

Rassegna stampa: Corriere della Sera, di Renato Franco.

L’Avvocatura dello Stato ha espresso un parere che prospetta forti dubbi sulla possibilità di applicare il tetto di 240 mila euro ai compensi degli artisti in Rai. Sembra una notizia positiva ma finché Palazzo Chigi non dà il via libera al superamento del tetto il rischio è la fuga dalla Rai di molti volti noti.

Cosa ne pensa Massimo Giletti? 
«Se il tetto venisse applicato qualcuno potrebbe pensare che non è conveniente rimanere nella tv pubblica. Ognuno si farebbe i suoi legittimi conti. Dipende dalle priorità che uno ha».

Lei lascerebbe la Rai?
«Credo che la Rai sia importante per il mio modo di fare televisione, per il senso di libertà che mi dà. Dovrei valutarlo molto attentamente».

In molti dicono: gli artisti vengono pagati troppo. 
«Va fatto un ragionamento più ampio: il problema non sono gli stipendi dei Vespa, dei Fazio, delle Clerici, dei Giletti. Non conta quanto costa un top player, bisogna guardare i costi e i ricavi di un programma. Questo è un approccio serio e trasparente alla questione. Se si riduce tutto a “quanto guadagni” il discorso è superficiale».

Ci aiuti a fare un discorso che non sia superficiale. 
«I volti dei programmi non sono intercambiabili. Hanno forza mediatica, credibilità, riconoscibilità. I produttori dell’Eredità o di Che tempo che fa darebbero il loro marchio a uno sconosciuto? Sarebbe un rischio molto alto. Ci sono programmi che sono fortemente identificati con i loro conduttori: alcuni si possono sostituire, ma altri no».

Lei ne sa qualcosa. 
«Quando lasciai I fatti vostri chiamarono un giovane conduttore, il finalista di una gara per nuovi presentatori: il programma crollò dal 24% di share al 10%».

Quanto guadagna?
«Ho un garantito di 330mila euro lordi, ma con tutti i programmi che faccio posso arrivare a 500 mila. L’Arena ha 40 spot pubblicitari e fa oltre il 20% di share».

Altri aspetti su cui è opportuno riflettere?
«Bisogna parlare anche dei dirigenti, non solo degli artisti. Se il tetto viene applicato colpirebbe anche loro. Ha senso che un’azienda che fattura circa 2 miliardi di euro abbia manager pagati così poco? Sarebbe fuori mercato. Il rischio è che l’azienda venga gestita da persone che non sono all’altezza. I vertici vanno pagati bene, poi è giusto anche che rispondano di quanto fanno».

Fazio ipotizza di autoprodursi. Che ne pensa? 
«Ognuno è libero di evolversi come crede. Io ho sempre creduto nella Rai, nella sua capacità di produrre programmi all’interno. Per la Rai sarebbe un impoverimento comprare solo prodotti chiavi in mano a costi più alti».

In Rai le pressioni politiche ci sono? 
«La libertà te la devi conquistare con la tua credibilità. Per costruirla ci vogliono anni e anni di lavoro e bisogna avere spalle abbastanza larghe per resistere alle inevitabili pressioni. La credibilità e riconoscibilità dei volti noti sono un modo per garantire anche l’indipendenza. Un conduttore giovane avrebbe la stessa forza?».

(Nella foto Massimo Giletti)