Pubblicato il 30/03/2017, 17:31 | Scritto da Tiziana Leone

L’autismo è una malattia e Gianluca Nicoletti la racconta così com’è

L’autismo è una malattia e Gianluca Nicoletti la racconta così com’è
Il film, in onda su Sky Arte e Sky Cinema Cult sabato e domenica, è stato realizzato dal giornalista senza un euro di soldi pubblici. Interamente finanziato dalle famiglie di ragazzi autistici e da studenti.

Tommy e gli altri è un film di Gianluca Nicoletti sui ragazzi autistici, sui genitori che hanno paura di morire e sul resto del mondo che non guarda nemmeno

Autismo. Paura eh? Ho un figlio autistico. Oddio poveraccio. Ma poi a 18 anni passa? Se lo porti dal medico lo curano? Hai provato con l’esorcista? Tommy, Achille, Benedetta hanno nomi come tutti gli altri, sono maggiorenni come tutti gli altri, solo che uno dondola, l’altro non parla, l’altro fa le voci. Sono AUTISTICI. Scritto maiuscolo per rendere l’idea di una malattia che coinvolge famiglie, genitori, fratelli, insegnanti, ma lascia fuori tutto il resto del mondo che ha sempre altro da fare, altro di cui preoccuparsi, altro su cui fare leggi.

Allora prego accomodatevi e guardatevi Tommy e gli altri sabato 1 aprile alle 21.15 su Sky Arte e alle 23.15 su Sky Cinema Cult. Poi se avete altro da fare, come sempre, come tutti, c’è la replica il giorno dopo alle 19.35 sugli stessi canali Sky. Ma non aspettatevi il solito racconto della malattia, perché Gianluca Nicoletti ha preso suo figlio Tommy, diciottenne con i capelli ricci che parla poco e se lo baci si pulisce anche se lo fai sul retro del giubbotto e lo ha reso protagonista di un racconto che toglie le maiuscole agli autistici. Sono ragazzi che non hanno gli stessi diritti di tutti gli altri ragazzi. Sono genitori che non si chiedono se dovranno comprargli la macchina o il motorino, ma come faranno quando loro stessi moriranno. «Perché se si ammala, e qualcuno gli dà le medicine sbagliate, come farà?».

È il dopo il vero incubo di un genitore con un figlio autistico, il dopo che comincia già a 18 anni quando per lo Stato un autistico è guarito, non ha più bisogno di cure, strutture, sostegni. A 18 anni ciascun per sé e autismo per tutti. «Una volta maggiorenne Tommy non è più autistico, è una regola che nessuno in Italia trova imbarazzante – racconta nel film Gianluca Nicoletti -. Una volta mi chiesero quanto vivono gli autistici, associando mio figlio a un malato terminale, invece i nostri figli ci sopravvivono e per noi è proprio questo il dramma».

Ma il dramma comincia quando la scuola finisce, quella scuola fatta ancora di presidi che lasciano gli autistici a casa delle gite. Un peso morto. Anzi che dondola. Vogliamo indignarci? Non vale la pena. Se c’è un Gianluca Nicoletti che riesce a prendere in giro il suo Tommy, la sua ombra silenziosa, perché non dobbiamo farlo anche noi? Lasciamo a Maria Elena Boschi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, l’onore di lanciare una manciata di promesse e progetti, mentre seduti d fronte a lei famiglie e ragazzi aspettano e sperano. «Per prima cosa bisogna parlarne». Fatto. «Ma raccontare queste storie non basta». Lo sappiamo. «Le istituzioni possono essere giuste, dipende da noi e quanto ci impegniamo. Cosa possiamo fare?». Vorremmo saperlo da lei.

«C’è una proposta di legge per rendere i ragazzi autistici più autonomi e valorizzare le loro competenze con un percorso adeguato. Abbiamo anche immaginato due piccoli progetti, un segnale importante nel cambio di mentalità: stiamo concludendo un progetto con la Direzione Nazionale Antimafia di recupero di un immobile confiscato alla mafia che destineremo alla formazione e socializzazione per ragazzi adulti affetti da autismo. Poi lanceremo un bando per star up che coinvolgano anche persone autistiche nella propria attività». È il futuro semplice dell’intera dichiarazione che ci inquieta. Nel semplice presente Nicoletti ha realizzato il film senza chiedere un euro pubblico, ci hanno pensato i ragazzi dell’Università Luiss di Roma e le stesse famiglie dei ragazzi autistici a raccogliere i fondi.

Quindi magari uno sguardo diamolo, tanto per capire che credere ai santoni del web pronti a far discendere l’autismo dai vaccini non solo è un’eresia, ma anche un’offesa per tutti quei genitori come Gianluca Nicoletti, cui un figlio autistico è semplicemente capitato. «Sono stato scelto e non riuscirò mai più a tirarmi indietro», dice lui. A noi resta la parte facile: solo scegliere di guardarlo.

GUARDA IL TRAILER DEL FILM

Tiziana Leone

 

(Nella foto Gianluca Nicoletti e il figlio Tommy)