Pubblicato il 24/03/2017, 19:02 | Scritto da Gabriele Gambini

Video – Gabriel Garko: Amo fare personaggi un po’ border line

Gabriel Garko: “Avrei voluto fare Il ritratto di Dorian Gray

Non è facile essere il Tonio Fortebracci de L’onore e il rispetto (la quinta e conclusiva stagione, prodotta da Rti/Ares Film, su Canale 5 da venerdì 31 marzo in prima serata per otto puntate). Non un buono, neanche un cattivo, nel corso delle quattro edizioni della fiction ha assaporato tutte le sfumature dell’animo umano, alimentando passioni urticanti. È la tipica realtà di una produzione pop al sapor di feuilleton. Accattivante su un target preciso, nonostante, come precisa Giancarlo Scheri, direttore di Canale 5, «Oggi i dati mostrino una frammentazione maggiore del pubblico rispetto a qualche anno fa». Ma è tempo di chiudere i conti con un titolo storico, si diceva. «Ora tutti i fili della narrazione vengono tirati in un sol colpo. Tonio deve affrontare la sfida più importante della sua vita: scavare nei suoi ricordi, ritrovare la memoria e, nel contempo, se stesso», dice Gabriel Garko, che di Fortebracci è volto sullo schermo.

Alla fine dell’ultimo episodio andato in onda, il suo personaggio si è allontanato definitivamente dalla mafia, ma ha subito la vendetta del boss Ettore De Nicola (Valerio Morigi). Questi gli ha sterminato la sua famiglia e lo ha rapito per fargli confessare dove avesse nascosto il tesoro di sua proprietà. Tonio però fugge, vaga su gambe malferme per la denutrizione, si orienta con occhi da troppo tempo incapaci di distinguere la luce.

«Molte persone del suo passato sono morte. Tonio inizia un rapporto di complicità con Michela e con suo figlio Adelchi, e si accorge che la battaglia con De Nicola non è finita. Da lì, s’intersecano storie parallele che hanno per protagonista Daria, divenuta ispettore di polizia, e Chantal, con cui Tonio ha una relazione».

Proprio Chantal, moglie del ministro Cusano, è un nome di rilievo. È interpretata dal sex symbol degli anni ’80 Bo Derek: «Non potete capire l’emozione di lavorare al suo fianco», dice Garko. Che ai nostri microfoni puntualizza: «Amo i personaggi borderline, con una forte dicotomia interiore». E mentre Teodosio Losito, ideatore del soggetto, auspica per lui un ritorno al ruolo del sacerdote di Io ti assolvo, l’attore svela: “Avrei potuto interpretare Dorian Gray in una fiction. Il progetto era pronto, poi, per varie ragioni, è stato accantonato. Mi dispiace davvero».

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Gabriele Gambini

 

(Nella foto Gabriel Garko)