Pubblicato il 24/03/2017, 16:01 | Scritto da Gabriele Gambini

Video – Paolo Bonolis: In Rai avrebbero contestato il mio compenso

Paolo Bonolis: “Hanno chiuso il programma di Paola Perego per pulirsi la coscienza”

«Chi ha incastrato Peter Pan si rivolge alle famiglie e racconta i bambini quando fanno i bambini, non quando scimmiottano gli adulti. Sono trascorsi sei anni dall’ultima edizione, televisivamente un’era geologica, sono cambiate tante cose nei vettori di comunicazione, i bambini stessi ne sono inevitabilmente influenzati», dice Paolo Bonolis (leggi anche qui).

Poi c’è Ciao Darwin. Riscuote gran successo, ma è accusato di essere trash: «Lo è, non tanto il programma in sé, quanto la realtà che racconta. Una realtà che esiste, smascherata con leggerezza e divertimento. Giochiamo con l’ironia, la soppesiamo, distinguiamo la battuta, anche bassa, dalla minchiata», continua Bonolis.

E c’è Avanti un altro!, grande cavallo di battaglia del preserale: «Anche lì, non conta solo il game show, ma il racconto umano alla base del suo svolgimento.  Da noi gioca chiunque, non solo le persone rigorose e composte, persino chi ha il naso storto, che non verrà mai selezionato per il suo naso storto, ma per una personalità portata in dote». E ancora, Il senso della vita: «Pensato stavolta per il prime time di Italia 1, sarà molto diverso rispetto alle edizioni precedenti».

Paolo Bonolis è un fiume in piena, descrive i due anni di contratto con Mediaset circostanziando le sue scelte. L’azienda del Biscione, dove il presentatore ha mosso i primi passi di una carriera scintillante, si è assicurata le sue prestazioni per sei programmi, garantendosi robusta copertura di fuoco con lui e con Maria De Filippi. «Le ragioni del mio accordo sono sentimentali, progettuali, economiche. In Rai avrebbero contestato il mio compenso, ma se scelgono di avere degli utili dalla pubblicità, è giusto che paghino il dovuto a chi, quegli utili, consente di produrli. La proposta Mediaset coincide maggiormente con le mie scelte di vita. E poi, qui i referenti non cambiano, a differenza della Rai, dove c’è un costante avvicendamento dirigenziale».

Inevitabili le domande sul Festival di Sanremo: «Ora come ora, la sfida più appassionante per me è Music, perché sviluppa un linguaggio nuovo in prima serata con una controprogrammazione agguerrita. Se dovessi tornare a Sanremo, lo farei solo per cambiarlo, non per perpetuare una liturgia consolidata.  Ci vorrebbe in primis una nuova location».

Fino a una battuta sulla chiusura di Parliamone Sabato: «Se avesse registrato ascolti più alti, non l’avrebbero chiuso. L’argomento che ha scatenato la polemica era già stato scherzosamente trattato anni fa da Lamberto Sposini e Mara Venier. La Rete ragiona molto velocemente, vive di istinto e frenesia. Giusto che commenti la tv, ma è giusto anche che la tv non ceda ai suoi diktat». Come spiega il conduttore ai nostri microfoni.

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Gabriele Gambini

 

(Nella foto Paolo Bonolis)