Pubblicato il 15/02/2017, 13:33 | Scritto da La Redazione
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La Gialappa’s Band nell’access prime time di Rai 2 sfida Striscia La Notizia

Rai dire niùs, su Rai 2 il contro telegiornale della Gialappa’s Band

Rassegna stampa: La Stampa, di Adriana Marmiroli

Archiviato Sanremo e il Dopofestival, è iniziata per la Gialappa’s la nuova avventura di Rai dire niùs: dal lunedì al venerdì in coda al Tg2, un contro telegiornale da 15 minuti, con Michele Foresta e Mia Ceran in studio a lanciare le notizie del giorno: fatti e personaggi del giorno, assicurano, con una preferenza per «scandali, scoop, cazzate, filmati trovati on line, spigolature di notizie non trattate dagli altri. Serio e faceto, tutto mescolato. Senza nessuna preclusione e un unico fine: far ridere».  La puntata d’esordio, il 13, ha dato un primo esempio di cosa intendano fare: in pochi secondi, a raffica, in apertura la notizia che Renzi non si era dimesso dalla segreteria del Pd, che D’Alema non era riuscito quindi a vedere esaudito il suo terzo desiderio, che davanti alla sede del partito si teneva una manifestazione di precari tra cui spiccava Gentiloni, per arrivare a domandarsi che fine avessero fatto i rottamati dall’ex premier, con surreale filmato finale di vecchietti intorno a un tavolo. Spezzoni di Trump che stritola la mano di Abe e Kim Jong-un che festeggia il lancio dell’atomica. C’è anche spazio per un collegamento con un improbabile inviato, che molto ricorda i corrispondenti dai campi di calcio dei tempi migliori di Mai dire gol. «Ce ne sarà più di uno – spiegano -: “non inviati”, impegnati in servizi fulminei che o sono inesistenti o non riescono». Tra loro anche un meteorologo, un colonnello dell’aeronautica che avrà il volto di Marcello Cesena, altro vecchio compagno di viaggio della Gialappa che torna.

Con lui e con Foresta avete giocato facile. Ma la Ceran?  

«Insieme a Marcello abbiamo fatto molti spot e Mai dire gol (era Jean Claude). Qui ha soprattutto il ruolo di direttore artistico: è lui che ha scelto la grafica, fatto la sigla, deciso lo stile del nostro studio, molto patinato, pensando a Sky e alla Cnn. L’ex mago è un simpatico cialtrone che non potrà mai essere diverso da quello che è. Mia invece è una giornalista vera, ma disposta a mettersi in gioco. L’abbiamo conosciuta alla domenica, come inviata dai campi di calcio e ci ha convinto: abituati a vederla severa professionista nelle mattine d’estate, si è rivelata personaggio completamente diverso».

Notizie fresche, dite. Siete in diretta?  

«No. È un programma confezionato. Diciamo che è una quasi diretta, nel senso che lo chiudiamo un po’ prima del Tg2. Abbiamo tutti famiglia e ci piace essere a casa per mettere a letto i nostri figli».

C’è un affollamento di cosiddetti tg satirici?  

«Rispetto a «Striscia» abbiamo un’idea di base molto diversa. In comune abbiamo solo la scadenza e l’orario. E niente in comune anche con «Edicola Fiore»: da noi non si canta e non ci sono (se non eccezionalmente) giornali da commentare. E rispetto a «Gazebo», loro praticano tanto i social e la politica».

Quante puntate di Mai dire niùs?  

«73. Andremo avanti fino a fine stagione. Con qualche pausa comandata in occasione delle partite della Nazionale: non possiamo andare in onda contro noi stessi».

 

(Nella foto la Gialappa’s Band)