Pubblicato il 11/02/2017, 13:05 | Scritto da La Redazione

Rai: conti in rosso, si taglia da tutte le parti, nonostante il canone

Rai: conti in rosso, si taglia da tutte le parti, nonostante il canone
La tassa sulla tv pagata in bolletta non ha portato i frutti sperati e così si iniziano a sforbiciare i budget di RaiCinema, RaiFiction, si acquistano meno serie tv, si spengono i canali digitali e si ragione sui costi del management. Così Marco Castoro s “Il Messaggero”.

La Rai in perdita taglia i fondi per serie tv, cinema e fiction

Rassegna stampa: Il Messaggero, di Marco Castoro.

Se il Conti di Sanremo va a gonfie vele non si può certo dire la stessa cosa dei conti in cassa a Viale Mazzini. Dal punto di vista economico la Rai sta vivendo un periodo di massima incertezza e di difficoltà. Le spese festivaliere non c’entrano, in quanto la kermesse canora alla fine porta soldi alla tv di Stato (un milione e mezzo di utile a serata). Anche i cachet dei super ospiti sono ripagati con i proventi degli sponsor. I vertici dell’azienda sono preoccupati perché il canone, nonostante il successo dell’operazione lotta all’evasione con la bolletta elettrica, non porta soldi in più. Anzi, con la riduzione del gettito del 10% di quest’anno (la tassa scende da 100 a 90 euro) il ricavato si abbassa ancora. Siccome nella prima parte della gestione Campo Dall’Orto i nuovi contratti ai manager esterni hanno fatto lievitare le spese, ora bisogna risparmiare senza avere contraccolpi sul mercato. Come? Dando meno fondi a cinema e fiction, ridurre i costi per l’acquisto di serie tv estere e chiudere alcuni canali.

LA PREOCCUPAZIONE Inoltre in cda cresce la preoccupazione per la legge sul tetto dei compensi, non avendo saputo ancora se vada estesa o no agli artisti, oltre che ai dirigenti di Viale Mazzini. Nonostante i ripetuti solleciti da parte del cda, il ministero dell’Economia non si è ancora espresso sulla questione e questo clima di incertezza innervosisce gli animi perché si temono sanzioni da parte della Corte dei Conti. E i consiglieri temono di poter essere condannati a risarcire di propria tasca i danni erariali. Se inizialmente l’allarme sui conti è scattato perché si prevedeva nel 2017 un rosso di 70 milioni, ecco che i vertici aziendali stanno cercando di recuperare il disavanzo in modo da consegnare una parità di budget tra le entrate e le uscite, come promesso dall’amministratore delegato al cda. Si sta ragionando sulla diminuzione dei fondi a RaiCinema in primis (in piccola parte anche a RaiFiction) e sul taglio dei costi dovuti agli acquisti di serie tv americane, che ormai spopolano sui canali pay e rispetto alla tv di Stato sono avanti con le stagioni.
RaiCinema va fortissimo, produce e coproduce più di quanto la società 01 riesca a distribuire. Una media di 35 film l’anno. Considerando che le settimane valide per lanciare una pellicola nelle sale sono una trentina, qualcuna resta fuori, oppure si è costretti a farla uscire in contemporanea con un’altra, operazione suicida perché dimezza i risultati del battage pubblicitario. Al vaglio di Viale Mazzini pure la chiusura di qualche rete tematica. Si comincia con Raisport2 e probabilmente si potrebbe spegnere anche RaiPremium, un sacrificio che permetterebbe di salvaguardare l’offerta culturale di Rai 5 e RaiStoria. In questa maniera verrebbe tutelato il patrimonio audience, perché si potrebbe continuare a investire sui format per l’intrattenimento, che assieme alle fiction e all’informazione rappresentano il core business delle reti generaliste. Ma per una Rai sempre competitiva sul mercato occorre che il ministero dell’Economia si pronunci anche sulla questione del tetto alle star. Perché, come si diceva, se anche per loro dovesse valere il massimo dei 240mila lordi l’anno allora sì che ci sarebbe la fuga in massa da Viale Mazzini.

MENO ENTRATE Secondo il report di Mediobanca il pagamento del canone Rai tramite la bolletta elettrica è servito per ridurre l’evasione (scesa da una stima del 30% al 6%), ma non ha portato risorse aggiuntive nelle casse della tv di Stato. Nel 2016 degli oltre 2 miliardi di gettito a Viale Mazzini ne spettano 1,7 (stessa cifra del 2015) mentre il 66% del surplus dei circa 400 milioni ricavati dalla lotta all’evasione, spettante alla Tv di Stato, viene annullato dal taglio del 5% strutturale deciso dal governo e contenuto nella legge di stabilità. Il restante 33% del surplus è destinato ad altre finalità nel rispetto del pluralismo. Nel 2017 stessa musica, con la percentuale del surplus che scende al 50% e con il taglio del 5% che resta. Nel 2018 ci saranno in bilancio pure i diritti dei Mondiali di calcio. Si rischia una Caporetto.

 

(Nella foto la sede Rai di viale Mazzini)