Pubblicato il 03/02/2017, 13:30 | Scritto da La Redazione

Operazione Nostalgia di Repubblica e L’Espresso con Carosello

Operazione Nostalgia di Repubblica e L’Espresso con Carosello
Sessant'anni fa, il 3 febbraio del 1957, Carosello entrava per la prima volta nelle nostre case. Oggi con Repubblica e l'Espresso una raccolta che lo fa rivivere. I personaggi più amati, le canzoni, gli slogan-tormentone. E i ricordi di personaggi celebri da Arbore a Bruno Bozzetto. Così Antonio Cipollina su "Repubblica".

Carosello, formidabili quegli anni: in 20 dvd il programma-simbolo della nostra storia

Rassegna stampa: La Repubblica, di Antonio Cipollina.

Sessant’anni fa esatti, il 3 febbraio 1957: la immagini sgranate dei – non molti – televisori mandano per la prima volta un programma fatto solo di spot pubblicitari. Lunghi, costruiti, scritti e recitati con grande impegno. Con l’arrivo dei primi volti noti della tv, Carosello andava a fissarsi nelle abitudini degli italiani, fino a boom incredibili di popolarità e gradimento assoluto – a cavallo degli anni Sessanta e Settanta, soprattutto. Non era un programma, era un’istituzione, mai abbastanza rimpianta, impossibile da riproporre in tempi attuali – e ci hanno provato, almeno un paio di volte. Niente da fare, un Carosello, c’è solo un Carosello. Che chiuse il giorno di Capodanno del 1977, dopo essere andato in onda 7261 volte.

Repubblica e l’Espresso da domani propongono in allegato il primo di una serie di venti dvd (a 8.90 euro oltre al prezzo del giornale) che ripercorrono la storia del programma-simbolo. Un’opera ampia, introdotta in ogni capitolo da un protagonista d’epoca – domani tocca a Renzo Arbore, si prosegue con Bruno Bozzetto e tanti altri – e che segue un andamento non cronologico ma per grandi temi. Per esempio l’uscita di domani si intitola I protagonisti ed è una strepitosa carrellata di personaggi con annessi tormentoni e slogan entrati nella leggenda. Per capirsi, si va dall’Ispettore Rock che non sbagliava mai se non nel mancato uso della brillantina a Topo Gigio, da Virna Lisi che poteva dire quello che voleva con quella bocca e il dentifricio annesso – slogan di Marcello Marchesi – alla Linea di Cavandoli, al cowboy Gringo.

IL CALENDARIO DELLE USCITE

Dentro Carosello funzionava tutto, vuoi per il fior fiore di professionisti che vi si dedicavano – per cambiare il linguaggio della tv e della pubblicità, certo, ma anche e soprattutto per i budget da favola che il boom economico permetteva – sia perché la visione del medesimo era collettiva davvero, comprendeva il 100 per cento dei televisori accesi, univa grandi e piccini, questi ultimi invitati, anche qui come da slogan, a recarsi tosto verso le coperte appena finita la visione di Carosello.

La nostalgia è di moda da un pezzo, ci sarà un motivo ed è meglio cercarlo nell’incrocio irripetibile di tempi, di spirito dei medesimi, slancio economico e nel lavoro per tutti, utopie tutte da coltivare e ancora intatte. Con Carosello si andava poi nettamente sul pratico: accompagnava l’industria che impiegava milioni di lavoratori, forniva suggestioni e consigli per gli acquisti – che non si chiamavano ancora così – mentre là fuori l’economia medesima e l’innovazione del pagamento rateale allargato a dismisura permettevano ogni sogno materiale possibile. Come detto, i big del teatro, del cinema, della musica e della tv medesima accorrevano: la pubblicità diventava un genere a parte e rafforzava la popolarità dei protagonisti. Le menti migliori si mettevano all’opera, i registi di rango idem compresi Fellini, Pasolini, Sergio Leone, i maghi dell’animazione fondarono un genere e crearono personaggi indimenticabili.

Se esiste la distopia, ovvero disegnare il futuro come un incubo, qui siamo esattamente all’opposto: ovvero ricordare il passato come un paradiso. Carosello è al centro di questo sogno all’indietro, basta buttare lì un mezzo slogan – purché l’interlocutore sia intorno ai cinquanta – e si ottiene subito la risposta, il proseguimento, il rimando ad altre frasi celebri e via con un trivial in cui si finisce spesso per chiedere come si chiamava l’attore dell’ispettore Rock. Oggi si risolve in pochi secondi con Wikipedia, ripercorrere l’epopea di Carosello serve anche a recuperare quella benefica lentezza che faceva crescere e andare a dormire tranquilli come mai sarebbe più accaduto.

 

(Nella foto la sigla d’apertura di Carosello)