Pubblicato il 01/02/2017, 12:30 | Scritto da La Redazione

Sanremo: Carlo Conti si difende sul suo cachet

Anche Salvini all’attacco sul cachet di Carlo Conti a Sanremo: “È uno schifo”

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, di Renato Franco.

«Un attacco personale, gratuito, senza sapere che il Festival produce ricchezza e che ci sono molti modi per aiutare chi è in emergenza». Carlo Conti risponde così alle critiche — sfociate troppo spesso negli insulti — sul suo compenso per Sanremo (c’è chi ha parlato di 650 mila euro, leggi qui). Intervistato da Chi, il conduttore spiega: «Ho sempre fatto beneficenza senza dirlo, e al Festival si parlerà anche di sociale, come ho sempre fatto». Sui social media c’era chi faceva notare che «milioni di persone vivono nella soglia della povertà», che «la turbina in Abruzzo era in officina rotta perché non c’erano circa 20 mila euro per aggiustarla», che quel compenso è «un insulto alla miseria». Riprende Conti: «Mi dispiace molto. Comprendo il sentimento che parte da un disagio che c’è nella società ma bisognerebbe sapere i fatti. Non perché un giornale fa un titolo e scrive una cifra allora è quella giusta e viene cavalcata in maniera populistica».

L’attacco di Salvini: «È una cosa indegna»

Appena finito di pronunciare l’aggettivo «populistico» arriva Salvini, che smessi i doposci, entra con la ruspa: «Lo stipendio di Carlo Conti è una cosa assolutamente indegna. Sono uno schifo questi 650 mila euro — dice il leader della Lega Nord a La Zanzara su Radio 24 —. In questo momento è uno schiaffo in faccia a tanta gente. La Rai dice che guadagna 6 milioni con Sanremo e dovrebbe darli ai terremotati mettendoli sul conto della Protezione Civile. Poi, per gli stipendi degli artisti ci vorrebbe un tetto. E due reti Rai vanno privatizzate, vanno messe sul mercato».

«Negli ultimi anni il Festival ha prodotto ricchezza per la Rai»

Nella sua lunga intervista Carlo Conti aveva parlato anche del suo impegno silenzioso: «Ci sono altri modi in cui ciascuno di noi fa qualcosa per chi vive un’emergenza, ed è bello se rimane privato. Se quello che devolvo in beneficenza lo devo rendere pubblico per farmi bello allora perderebbe di quella forza che parte da un comandamento: “Ama il prossimo tuo”. Se voglio fare qualcosa di importante per gli altri mi sento più ricco se non lo faccio sapere. Ho sempre pensato di dover restituire la grandissima fortuna che ho avuto nella vita e nel lavoro». Quello di cui Conti si dice dispiaciuto è «l’attacco personale, gratuito, senza sapere le cifre, senza sapere che negli ultimi due anni il Festival ha prodotto ricchezza per la Rai, senza sapere che molti programmi si ripagano con la pubblicità non attingendo minimamente al canone anzi portando utili importanti». E chi ha visto i suoi due precedenti Sanremo «sa che c’è stato tanto sociale, tante riflessioni che abbiamo lanciato, dalla musica di Ezio Bosso alla famiglia più numerosa d’Italia o al racconto di un detenuto. Anche quest’anno ci saranno tanti riferimenti al mondo reale, ci sarà uno spazio ancora più grande perché sono successe tante cose e il Festival deve avere questa vocazione non partitica ma politica e sociale».

«Crozza è un fuoriclasse, nessuna censura»

Conti aveva anche parlato della «copertina» che Crozza proporrà all’interno del Festival di Sanremo: «Non ci sono freni, non c’è censura, non c’è mai stata. Sono stato io a proporgliela e, svelo un segreto, glielo avevo già chiesto l’anno scorso perché mi piaceva avere una confezione comica di quel tipo (che al Festival non c’è mai stata) e la copertina è il marchio di questo fuoriclasse».

(Nella foto Carlo Conti)