Pubblicato il 29/01/2017, 14:01 | Scritto da La Redazione
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La Rai compra i libri dei direttori

La Rai compra i libri dei direttori
Per l'interesse economico, così sostanzioso, della Rai, la vicenda è finita sotto i riflettori dell’onorevole Renato Brunetta, che ha presentato in queste ore un'interrogazione parlamentare al presidente della Commissione Rai, Roberto Fico. Così su La Verità.

Spesi 105.000 euro per i diritti del romanzo di Francesco Pinto. In barba al codice etico.

 

 

Rassegna Stampa: La Verità, pagina 15, di Antonio Amorosi

 

La Rai compra i libri dei direttori

Spesi 105.000 euro per i diritti del romanzo di Francesco Pinto. In barba al codice etico

 

In Italia si può essere autori di libri di successo ma è difficilissimo che la Rai se ne interessi, permetta di raccontarlo o anche solo di parlarne al vasto pubblico. Qualunque sia la natura dell’opera, romanzo, saggio, ricerca, inchiesta o riscontro dei lettori. La sequenza di grandi successi da citare che non hanno avuto passaggi è infinita. Potenza dell’indifferenza mista in alcuni casi a censura. Nonostante il codice etico Rai sancisca il «pluralismo culturale», la «completezza dell’informazione», il «diritto dei cittadini a essere informati» e l’«imparzialità» della tv. L’indifferenza di Mamma Rai non ha toccato La strada dritta, opera prima del direttore del centro di produzione tv di Napoli, Francesco Pinto, dove si realizza la famosa soap Un posto al sole. Per l’interesse economico, così sostanzioso, della Rai, la vicenda è finita sotto i riflettori del presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, che ha presentato in queste ore un’interrogazione parlamentare al presidente della Commissione Rai, Roberto Fico. La storia è tutta interna. Francesco Pinto, che oltre ad essere Direttore Rai a Napoli è stato anche direttore di Raia tra il 1998 ed il 2000, nel 2011 partorisce il suo primo romanzo che racconta la leggendaria impresa di costruzione dell’Autostrada del Sole. Un volume immediatamente incensato in Rai, soprattutto sul terzo canale (quello in quota alla sinistra) e accolto da Fabio Fazio nel suo salotto, Che tempo che fa, con il miglior rullo di tamburi. Proprio li Pinto raccontò di averne proposto inizialmente la scrittura a Roberto Saviano, chiamato fraternamente «Roberto», ma che fu l’autore di Gomorra a convincerlo a cimentarsi nell’opera; nel raccontare quel capolavoro, simbolo per eccellenza della modernità e dell’unità del Belpaese (e oggi anche della nostra malinconia per l’epoca del boom economico), realizzata con tempi record e da uomini geniali. È interessante come – e lo riporta anche il deputato forzista – il libro abbia immediatamente incontrato il plauso dei dirigenti Rai, che ne hanno acquisito i diritti cinematografici nonostante le basse vendite. Solo l’acquisizione immediata, scrive Brunetta, sarebbe costata 105.000 euro: 80.000 euro per Francesco Pinto e 25.000 euro per Mondadori. Ad acclamare Pinto, primo fra tutti, c’era Francesco Nardella, vicedirettore di RaiFiction, responsabile di Un posto al sole, e suo dirimpettaio, napoletano come lui e amico fraterno. L’operazione, poi, non può non aver avuto l’accettazione del grande capo Tinny Andreatta, direttore di RaiFiction e figlia dell’ex ministro Beniamino, maestro di Romano Prodi. La Rai sulla pagina dedicata alla trasparenza mette in chiaro i compensi già cospicui di Pinto come dirigente: nel 2015 quello lordo è di 212.571 euro, nel 2016 è di 210.242 euro. Per Brunetta come per il quotidiano L’uItima Ribattuta, che aveva raccontato il caso già nel 2014, la procedura stona non poco con l’incarico svolto da Pinto in Rai. «Appare del tutto discutibile la scelta operata», scrive Brunetta, «poiché si sarebbe dovuto rispettare il codice etico ed evitare di sfruttare una posizione aziendale per lanciare un proprio prodotto sul mercato». Le «griglie» Rai su temi del genere sono strettissime. Almeno sulla carta. Neanche a parlarne di «prodotti commerciali dei dipendenti». Solo due esempi. In Rai i giornalisti, anche solo per moderare un dibattito all’esterno dell’azienda, devono chiedere prima l’autorizzazione ai vertici. Gli ospiti Rai, per apparire in un programma, devono dichiarare di non avere parenti nell’azienda. L’operazione Pinto sembra violare il codice etico, in un palese conflitto d’interesse. Brunetta chiede «se i vertici Rai siano a conoscenza dei fatti e se non ritengano che quanto accaduto non ne risulti essere una palese lesione». Anche se per Mamma Rai alcuni dirigenti sono come figli. Come si dice a Napoli: «Ogni scarrafone è bello a mamma soja».

 

(Nella foto, la statua equestre di Viale Mazzini)