Pubblicato il 28/01/2017, 15:03 | Scritto da Tiziana Leone
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Discografici, Siae, Soundreef. Quando la musica è questione di soldi

Alla vigilia di ogni Festival i discografici lamentano la scarsità dei rimborsi spese riservati ai cantanti in gara. Ma quest’anno si aggiunge anche la diatriba per la gestione delle royalty della canzoni tra Siae e la nuova Soundreef

Una complicata questione di diritti di autore, che si intreccia con la legge italiana, Gigi D’Alessio e il palco del Festival di Sanremo. E come se non bastasse i discografici sono già sul piede di guerra perché ai  cantanti i rimborsi spese concessi da una Rai che da tempo promette un festival in attivo, non bastano più. Soldi, soldi, soldi. Al di di là delle canzonette, ogni Festival prima di passare alla storia, deve comunque passare alla cassa. I discografici alla vigilia di Sanremo si ricordano sempre che i rimborsi spese sono troppo bassi, spiccioli per le tasche degli artisti ormai svuotate da pirateria e vendite sempre più a picco. Se non fosse per il costo dei biglietti dei concerti, molti cantanti avrebbero già appeso l’ugola al chiodo, mentre altri preferiscono svernare all’Isola dei Famosi, dove comunque il rimborso spese è garantito da Mediaset e non dalla complessa tv pubblica.

E quest’anno oltre al pianto delle case discografiche, si unisce anche la disputa tra Siae e la nuovissima startup Soundreef. Due dei cantanti in gara, Gigi D’Alessio e Nesli, l’autore del brano di Al Bano Maurizio Fabrizio,  Tommaso Pini esordiente nelle Nuove Proposte e il maestro Adriano Pennini hanno scelto di affidare la gestione delle royalty dei loro brani alla nuova azienda. Ma chi dovrà negoziare e quindi incassare i relativi diritti delle loro canzoni? Davide d’Atri, amministratore delegato di Soundreef non ha dubbi: «La Rai e gli altri utilizzatori televisivi e radiofonici che trasmettono opere dei nostri iscritti si trovano nella posizione di non poter fare a meno di acquisire una licenza da Soundreef – sottolinea Davide d’Atri -. Infatti, Siae non ha più il mandato da parte di questi autori ed editori e non può certo gestirne diritti e compensi essendo l’iscrizione al monopolio facoltativa. L’utilizzazione di diritto d’autore a scopi commerciali senza licenza è un illecito civile e penale».

Siae che tra l’altro è anche una società azionista Rai non sembra affatto d’accordo e ribadisce di essere l’unica titolata a rilasciare licenze sul territorio italiano, come previsto dall’esclusiva del 1941. Mentre Viale Mazzini vorrebbe regolare i diritti direttamente con gli autori. «Con la Rai vi è la massima chiarezza e collaborazione e non vi è alcuna confusione sul ruolo di Siae – si legge in una nota -. Fatta eccezione per la singola opera firmata da Gigi D’Alessio, la cui società editrice è comunque associata Siae, tutte (e non meno di tutte) le altre opere in concorso sono state affidate in tutela a Siae che pertanto provvederà a gestirle come gestisce il proprio intero repertorio. A Sanremo, quindi, tutto potrà svolgersi regolarmente dal punto di vista della gestione del diritto d’autore. Viva la musica».  Sì, viva la musica. Come no.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Gigi D’Alessio)