Pubblicato il 25/01/2017, 16:04 | Scritto da Tiziana Leone

L’insostenibile leggerezza dell’essere Lory Del Santo

Ospite di Domenica Live, Lory Del Santo ha negato di conoscere il padre di suo figlio: “Non lo vedo da 20 anni non so più che faccia abbia”

«In collegamento c’è il padre di tuo figlio». «E chi è?». E giù risate dello studio di Domenica Live, con baci e abbracci della sua padrona di casa Barbara D’Urso, «perché Lory tu sei oltre». No Lory non è oltre, è semplicemente Lory Del Santo, la lady che negli ’80 ha accompagnato molto italiani nei loro sogni più intimi. Sogni da cui nemmeno lei si è mai risvegliata. Vive eterea la sua vita, professionale e personale, se non fosse per quel trucco un po’ così, quelle labbra un po’ così, quegli zigomi un po’ così sarebbe una perfetta Alice nel paese delle meraviglie, che sono sempre le sue. Quando si chiede davanti a milioni di persone chi sia mai il padre di suo figlio, adopera la stessa leggerezza con cui dà del deficiente al suo baby-fidanzato mentre corrono tra le strade della Cambogia. Inutile chiedersi se c’è o ci fa, perché essere Lory Del Santo deve essere un’esperienza tra il mistico e il sovrannaturale, nonostante la sua leggerezza finisca là dove è nata la sua tragedia, la morte di un figlio, quella sì un’esperienza sovrannaturale, che di naturale non ha nulla, se non la capacità di inventarsi un modo per sopravvivere.

E Lory il modo l’ha trovato nella sua totale leggerezza dell’essere che le permette di sorridere di fronte a una serie di sconosciute, tutte lì a ridere e a chiedere se quando lo concepiva sapeva chi era il padre di suo figlio, pronte a mettersi in posa a ogni inquadratura che se permettete l’ho inventata io la posa. E pure l’inquadratura. Perché da quando gira la sua serie web The Lady, essere Lory è diventata regista, oltre che autrice e produttrice: voleva raccontare la sua vita in una fiction, nessuno le ha dato credito e lei ha fatto tutto da sola. Sempre con quella leggerezza che le consente di credere che nel cast arriverà anche Ivana Trump. E fa niente che ogni tanto dice cose che vanno oltre la sovrannaturalità, poteva essere First Lady se non fosse che per sua sfortuna ha schifato Trump quando era solo un ricco come tutti gli altri che essere Lory ha sempre frequentato. E fa niente che ora condivide la sua vita con un napoletano con i capelli lunghi, che usa i neuroni per sport, perché essere Lory significa prendere uno da trattare come una pianta da appartamento senza farsi troppe inutili domande. D’altronde quando si mette una pianta in un appartamento gli unici dubbi sono quanta acqua darle o se metterla in pieno sole, mezza ombra, ombra. Più o meno le stesse che si farà essere Lory.

Ha condiviso la sua vita con gente come Eric Clapton, sai che le frega di starsi a giustificare perché da qualche anno si tiene acconto tale Marco Cucolo? Che poi quando essere Lory guarda stupita l’ologramma di Barbara D’Urso che si contorce dalle risate perché lei non sa chi sia il padre di suo figlio, per il semplice fatto che non lo vede da talmente tanti anni da non ricordare la sua faccia, non ci sarebbe nulla da ridere. In quell’affermazione molto più sincera delle risate delle sgallettate che aveva intorno c’è tutta la capacità dell’essere Lory, una donna che si è tirata su un figlio da sola, perché evidentemente non voleva condividerlo con una padre che in tanti anni non ha mai sentito il bisogno di fare il padre. E se permettete, signore, voi continuate a ridere. Che tanto essere Lory non ricorderà nessuna delle vostre facce. E probabilmente nemmeno il pubblico.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Lory Del Santo)