Pubblicato il 25/01/2017, 11:31 | Scritto da La Redazione

Mediaset e Vivendi: i francesi non entrano nel cda del Biscione

Mediaset e Vivendi: i francesi non entrano nel cda del Biscione
È quanto ha confermato il presidente del Biscione, Fedele Confalonieri, convinto che la forte presenza dei francesi nelle società italiane sia da addebitare al fatto che “sono più forti nella difesa e nell'attacco. Sono più organizzati”. Così Francesca Gerosa su “Milano Finanza”.

Mediaset, da Vivendi nessuna richiesta di ingresso nel cda

Rassegna stampa: Milano Finanza, di Francesca Gerosa.

È quanto ha confermato oggi il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, convinto che la forte presenza dei francesi nelle società italiane sia da addebitare al fatto che “sono più forti nella difesa e nell’attacco. Sono più organizzati”. Oggi la speculazione abbandona i titoli Mediaset e Mondadori in borsa.

Nessuna richiesta da parte di Vivendi di entrare con suoi rappresentanti nel consiglio di amministrazione di Mediaset  dopo l’ingresso nell’azionariato di Cologno Monzese con poco meno del 30% dei diritti di voto (leggi qui). “No, non c’è”, ha confermato oggi il presidente del Biscione, Fedele Confalonieri, entrando al convegno Italia Creativa. Nelle scorse settimane si è parlato della possibilità che Vivendi chieda la convocazione di un’assemblea straordinaria di Mediaset per votare una richiesta di allargamento del board così da permettere l’ingresso di rappresentanti francesi. I due colossi sono ai ferri corti e al centro di una battaglia legale dopo che i francesi hanno deciso lo scorso luglio di non acquistare più la pay tv Premium.

Nella vicenda Mediaset-Vivendi “devo dare atto e ringraziare che governo, Parlamento, giornali e opinione pubblica ci hanno difeso. Ma questo è un caso raro”, ha osservato Confalonieri, convinto che la forte presenza dei francesi nelle società italiane (Lvmh  in Bulgari, Essilor  in Luxottica, l’acquisizione delle gestioni del risparmio di Pioneer da parte di Amundi) sia da addebitare al fatto che “sono più forti nella difesa e nell’attacco. Sono più organizzati”. In particolare, il presidente di Mediaset  ha ricordato quando “noi siamo andati in Francia e piacevamo molto a Mitterand che allora era presidente. Ma non piacevamo a Chirac che era sindaco di Parigi. Avevamo messo un’antenna sulla Torre Eiffel e questo offese Chirac che quando divenne premier fece una legge con cui privatizzò l’equivalente di quello che per noi è Rai 1, facendo una concorrenza fortissima. L’establishment si difese”.

In generale, per il presidente di Mediaset servono regole uguali per tutti, anche per Google e Facebook, soprattutto dopo che, in dieci anni, due elementi hanno determinato un profondo cambiamento nel settore media: la globalizzazione e l’innovazione tecnologica. “Nel nostro settore la globalizzazione è anche l’invasione nel mondo tradizionale di soggetti come Discovery e altri. I convitati di pietra sono gli over the top su cui già si sta facendo qualcosa ma quello che chiediamo è una parità di trattamento. Le regole devono essere uguali per tutti”, ha incalzato Confalonieri. “Quando siamo nati noi, avevamo la simpatia di tutti perché eravamo un soggetto nuovo, a volte ci chiamavano pirati. Questa simpatia oggi l’hanno anche questi nuovi soggetti ma oggi la parola chiave è diventata gratis. È importante che si paghino i contenuti; si deve pagare il copyright e le prestazioni. Questi signori sono regolamentati in Europa dalla normativa dell’e-commerce”, ha concluso.

A Piazza Affari il titolo Mediaset resta al palo a quota 4,224 euro. Si è spenta anche Mondadori (-3,45% a 1,40 euro) che però ha guadagnato oltre il 50% da quando Vivendi è uscita allo scoperto con le sue intenzioni ostili su Mediaset nella convinzione che Fininvest, per difendersi, possa procedere con una fusione: la finanziaria dei Berlusconi è, infatti, il primo socio sia di Mediaset sia di Mondadori. Mediaset resta determinata a procedere legalmente contro Vivendi. Nulla vieta che i due contendenti, possano accordarsi, magari dopo i primi pronunciamenti dell’autorità giudiziaria a marzo.

 

(Nelle foto le sedi di Mediaset e Vivendi)